Referendum trivelle: diocesi Gaeta, appello per “recarsi alle urne” a esprimersi “su temi così delicati”

“Invito i cittadini della nostra arcidiocesi a recarsi alle urne per esprimere la loro opinione su temi così delicati, che coinvolgono la tutela del nostro mare e l’uso di fonti di energia non rinnovabili”. A lanciare l’appello a partecipare domenica prossima, 17 aprile, al referendum abrogativo della durata delle trivellazioni in mare è don Simone Di Vito, direttore dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro della diocesi di Gaeta. Secondo la dottrina sociale della Chiesa – ricorda il direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi, don Maurizio Di Rienzo, il referendum è “strumento di partecipazione politica, in cui si realizza una forma diretta di accesso alle scelte politiche. L’istituto della rappresentanza non esclude, infatti, che i cittadini possano essere interpellati direttamente per le scelte di maggiore rilievo della vita sociale”. A Gaeta, informa il comunicato – in cui si cita anche la recente affermazione di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei: “Non c’è un sì o un no da parte dei vescovi al referendum”, ma piuttosto deve esserci un sereno dibattito anche alla luce dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco e del magistero della Chiesa su temi ambientali – c’è stata “grande sensibilità verso il referendum anche nelle parrocchie, con momenti di confronto costruttivi”, come gli incontri organizzati il 9 aprile a S. Giacomo in Gaeta e il 10 aprile a S. Erasmo in Formia, come pure nelle diverse aggregazioni e gruppi ecclesiali. “La tutela dell’ambiente passa anche attraverso sagge scelte di politica ambientale ed economica”, scrive Di Rienzo. “Proprio la conflittualità di competenze tra Stato e Regioni su un tema così importante, nonché diversi orientamenti in materia energetica, hanno portato alla consultazione referendaria”, ricorda Di Vito: “L’auspicio è che tutte le istituzioni, ad ogni livello, mettano in atto buone pratiche orientate a uno sviluppo sostenibile per la tutela della nostra casa comune”.

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