Aborto: Gambino (Univ. Europea), “sentenza funzionale ad un attacco all’obiezione di coscienza”

“Questa decisione riapre il dibattito sul tema dell’obiezione di coscienza, spazio di libertà che deve essere disciplinato da una legge, mentre sullo sfondo si affacciano altri temi come le unioni civili, le adozioni da parte di coppie dello steso sesso, l’eutanasia”, così Alberto Gambino, Prorettore dell’università Europea di Roma e professore ordinario di diritto privato, commentando la sentenza con cui ieri il Comitato dei diritti sociali del Consiglio d’Europa ha bacchettato l’Italia relativamente alla presunta difficoltà di abortire nel nostro Paese. “E’ una sentenza funzionale ad un attacco all’obiezione di coscienza – spiega il giurista -. Si vuole ridiscutere dell’obiezione per impedire che ci possano essere applicazioni anche in altri settori per esempio da parte di ufficiali dello stato civile”. Per Gambino si è “appiattito tutto sulla contrapposizione medici obiettori e non obiettori”, dando il via a “un dibattito sbagliato” quando in realtà “a monte c’è un discorso molto più ampio che è quello di un’obiezione massiccia”. “In tanti Paesi occidentali – spiega – l’obiezione di coscienza all’interruzione volontaria di gravidanza ha numeri significativi e questo dovrebbe aprire una riflessione sul perché ciò accade”. Il Prorettore rileva come il dibattito sulla legge 194 “ha trascurato la drammaticità dell’evento abortivo e le sue ripercussioni sia sulla donna che sugli operatori sanitari”. Per questo, conclude Alberto Gambino “va recuperata tutta la prima parte della legge, dove si parla di prevenzione e della possibilità di partorire anonimamente, dando al bambino la possibilità di vivere e a una famiglia adottiva la gioia di un figlio”.

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