Francia: pedofilia. Mons. Lalanne (vescovi francesi), “stiamo riflettendo su come accogliere le vittime oggi adulti”

La bufera mediatica che si è battuta sulla diocesi di Lione e sul cardinale Philippe Barbarin sta obbligando i vescovi francesi a “riflettere su come accogliere le vittime divenute oggi adulte ed ascoltarle”. A parlare è monsignor Stanislas Lalanne, vescovo di Pontoise e membro del Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese, all’indomani della notizia di una perquisizione all’arcivescovado di Lione. Se per i vescovi francesi, la linea di condotta sui casi di pedofilia attuali è chiara (denuncia immediata alla giustizia), la questione rimane aperta sui casi del passato. Il vescovo Lalanne è responsabile di una “cellula di sorveglianza” istituita dai vescovi di Francia sulla pedofilia. “Ciò che sta succedendo a Lione – spiega – sono fatti relativi a molti anni fa. Fatti risalenti agli anni ’85/’90. Ma qualora pure ci fosse una prescrizione prevista dalla legge, su fatti del genere non ci può essere prescrizione morale. La sofferenza subita e inflitta non va in prescrizione. I fatti che le vittime contestano alla Chiesa e ai preti sono fatti accaduti molto prima che il cardinale Barbarin fosse a Lione. Sono fatti che però ci obbligano ora a capire meglio e riflettere come accogliere e ascoltare queste vittime. Le vittime hanno bisogno di essere ascoltate”.

Lalanne ricorda che nel 2002 i vescovi francesi avevano pubblicato una brochure sul tema che è stata poi aggiornata nel 2010 e ripubblicata con il titolo “Lutter contre la pédophilie. Repère pour les éducateurs”. Si tratta di una sorta di guida alla lotta contro la pedofilia, all’impegno di prevenzione e alla tolleranza zero. “Stiamo lavorando per aggiornare la nostra brochure – dice il vescovo – perché sia pubblicata già a partire dalla prossima settimana sul sito internet della Conferenza episcopale perché il maggior numero di persone abbia la possibilità di consultarlo. È un libretto rivolto a tutti gli educatori, non soltanto quindi ai preti o ai religiosi, ma a chiunque abbia o svolga un ruolo di responsabilità con i giovani e nelle associazioni”. La bufera mediatica in Francia non si è ancora placata. “Vorrei dire – conclude il vescovo di Pontoise –: non è perché ci sono stati questi fatti gravi che ora si deve gettare un discredito generalizzato sull’insieme dei preti di Lione e altrove o sulla missione educativa che la Chiesa sta realizzando con i giovani che merita attenzione e prudenza. Dietro poi a questi casi, emerge una questione che riguarda la sfera della affettività e della sessualità e chiama in causa tutta la società”.

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