Conflitto d’interessi: mons. Longoni (Cei), “l’etica previene la legge, è un atteggiamento interiore, una questione di coscienza”

“Sono tanti i casi in cui il conflitto d’interesse può emergere: quelli dei politici, delle Università, delle pubbliche amministrazioni. Tutto ciò fa capire che c’è una mentalità poco incline a cogliere il fatto che rivestire un incarico di pubblico servizio significa avere anche una moralità molto forte e una capacità etica di distinguere i piani e di sapere che qualunque tipo di intervento, in qualche modo collegato all’ufficio che si esercita, a favore di persone vicine vada evitato”. Lo sottolinea monsignor Fabiano Longoni, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, parlando del conflitto d’interessi, all’indomani delle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi. “L’etica è qualcosa che previene anche la stessa applicazione della legge. Entrando, invece, nella logica, secondo me molto italica, che la sanzione decreta la moralità, penso di essere a posto, nel momento in cui corro a 300 all’ora ma nessuno mi vede; se, invece, corro sempre a 300 all’ora ma c’è l’autovelox, sono in reato e anche in peccato. In realtà – chiarisce monsignor Longoni – ero in peccato anche prima se correvo a 300 all’ora, senza autovelox”. Dunque, “Per noi la legalità – osserva il direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro – è semplicemente uno sfuggire alla legge, mentre la legalità si fonda sull’etica, quindi l’etica previene la legge, è un atteggiamento interiore, una questione di coscienza”.

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