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Austria: dichiarazione di 50 teologi e responsabili ecclesiali su politica per i rifugiati. “No a nuovi muri, sì ad accoglienza”

Il principio etico che non può essere messo in discussione da nessuno nell’affrontare l’attuale ondata migratoria è “la protezione delle persone in difficoltà che fuggono dalla guerra, dalle violenze e dalle persecuzioni ” perché è “un elemento chiave del cristianesimo, dell’umanità e della moderna cultura dei diritti umani” con implicazioni “ben più ampie degli obblighi internazionali derivanti dalla Convenzione di Ginevra”. Così si legge nel primo dei tre brevi punti della “Dichiarazione di teologi e responsabili ecclesiali riguardo la politica austriaca sui rifugiati”, resa pubblica oggi e sottoscritta da 50 teologi, responsabili di ordini religiosi e istituzioni ecclesiali. Il documento ricorda che “una politica di misure a breve termine, per interessi nazionali e con azioni unilaterali rischierebbe di indebolire l’Ue e destabilizzerebbe gli altri Paesi membri”. L’Austria collabori nel “trovare un percorso comune europeo per affrontare la sfida umanitaria” ora e nel lungo periodo a cercare “soluzioni comuni” riguardo “le cause dell’immigrazione e la situazione dei rifugiati nei Paesi confinanti con le aree di guerra civile”. Il documento termina con una netta condanna della “politica calcolata della paura e della disumanità” fatta di “incitamento ai sentimenti xenofobi, diffusione di notizie false sui rifugiati e opposizione all’accoglienza dei richiedenti asilo in Austria”. “Solo un approccio concreto e responsabile al tema dell’asilo è in consonanza con i valori europei”.

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