Cardinale Parolin: a congresso Ucsi, per il Papa “il giornalista è mediatore”, non deve “arrivare primo” ma “meglio”

(Matera) La Chiesa “accompagna i progressi e i cambiamenti tecnologici con le conseguenze che essi producono”. Lo ha detto oggi a Matera, al convegno sulle sfide della comunicazione al tempo di Francesco, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. “Colpisce sempre il gesto simbolico che, con l’evolvere della tecnologia, ogni Papa compie”, ha osservato. Dal primo messaggio via radio di Pio XI, il 12 febbraio 1931, al collegamento di Papa Francesco in mondovisione con 500 cattedrali sparse nel mondo nella festa del Corpus Domini del maggio 2014. Francesco riconosce che “i media favoriscono la condivisione delle notizie e che nella comunicazione, prima di portare un’idea, si è chiamati a comunicare se stessi”. Per il Papa, il giornalista “non è un demiurgo, ma un mediatore, un facilitatore”; suo compito nell’era del web non è più “arrivare primo” ma “arrivare meglio” per “identificare le fonti credibili, contestualizzarle, interpretarle”. Parolin si è quindi soffermato sul ruolo sociale svolto in questi anni dall’Ucsi, “sempre basato sui principi di laicità e di cittadinanza”, che hanno permesso di tessere “il dialogo Chiesa-mondo voluto dal Concilio Vaticano II”. “La vostra professione e le vostre competenze – ha esortato – siano un servizio ecclesiale al servizio di tutti i cittadini”. Il momento storico che viviamo, ha concluso, “chiede di unirsi e non di dividersi, chiede di testimoniare il vostro servizio gratuito e di lavorare insieme con spirito comunitario”.

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