Congresso Ucsi: Giulietti (Fnsi), tutelare cronisti minacciati e “avviare percorsi di speranza”

(Matera) Confermare il “cammino comune” alla ricerca delle “periferie oscurate”, approfondire il dibattito e la riflessione su valori e fini della comunicazione, avviare percorsi di speranza. A rilanciare alcuni ambiti di “impegno che unisce” è oggi Giuseppe Giulietti, presidente Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi), al congresso nazionale dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi) su “Le sfide del giornalismo al tempo di Francesco”. “Se nel fare giornalismo non si tiene conto dei valori e dei fini – avverte – si commettono dei delitti quotidiani”. Essere giornalisti “non è solo mettere ciò che non va, ma anche avviare percorsi di speranza”, e richiede “di discernere un problema e andarne alle radici”. Fra i temi trattati da Giulietti la fusione tra Repubblica e Stampa: “Chi in passato chiedeva il rispetto delle norme antitrust dovrebbe farlo anche oggi, mentre su Debenedetti tace, ma il problema è altro. Sono sufficienti le normative anticoncentrazione nel nostro pese? Secondo me no”. Per il presidente Fnsi, la legge sull’editoria “deve affrontare con decisione il tema del destino di giornali come quelli diocesani. Altrimenti restano solo i colossi, ma la foresta che produce ossigeno viene distrutta”. Altro nodo cruciale la tutela dei cronisti minacciati nel nostro Paese. “Ieri il Parlamento ha approvato una relazione sulle misure da assumere. Oltre alla scorta, occorre dire stop alle querele penali usate come forma di intimidazione e lupara bianca”. Giulietti, che definisce “appassionante la rete nazionale e internazionale che illuminerà le periferie del mondo, quello che oggi non si vede”, mette in guardia dal lavorare “per l’industria della paura”. Un pensiero al coraggio del Papa “che va in Centrafica quando molti non sanno neppure dove sia o dove non andrebbero. Questo modello – chiosa – è intelligente”. E poi un monito: “Anziché erigere muri, nella comunicazione occorre capire l’altro, includerlo, altrimenti sei perso”. Pensando ai tanti “ragazzi e ragazze” in carcere in Siria, Egitto, Libia, Messico per avere manifestato le proprie idee, Giulietti conclude augurandosi che “il governo italiano assuma tutte le iniziative possibili per fare verità sul caso di Giulio Regeni”.

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