Caregiver familiari: Ligabue (Ans) milioni sono a rischio isolamento, perdita lavoro, povertà

“Il ruolo del caregiver deve essere riconosciuto, valorizzato, integrato nel sistema dei servizi, quale punto della rete territoriale di un welfare di comunità”. Ne è convinta Loredana Ligabue, direttore della cooperativa “Anziani e non solo” (Ans) di Carpi (Modena) e ispiratrice della legge regionale in materia dell’Emilia Romagna, intervenuta al convegno “Riconoscimento di ruolo e valorizzazione del caregiver familiare”, promosso oggi a Montecitorio da Ans e Carer. Stress emotivo, stanchezza, isolamento sociale: il 66% dei caregiver deve lasciare il lavoro, il 10% chiedere il part-time o cambiare mansioni. Di qui, fa notare Ligabue, l’importanza che “la consapevolezza del ruolo sia socialmente condivisa, che i datori di lavoro “sviluppino modalità organizzative flessibili e rispondenti ai bisogni reali del lavoratore caregiver”, che “welfare aziendale e welfare territoriale avanzino di pari passo e in coerenza con la riorganizzazione dei servizi pubblici” e con “la nascita di servizi privati in grado di rispondere alla forte diversificazione e alla elevata flessibilità dei bisogni di cura”. Impegnarsi nel lavoro di cura significa anche “acquisire competenze trasversali e competenze specifiche che devono essere riconosciute nel mercato del lavoro”. Per Ligabue, occorre anche intervenire perché “il crescente costo della cura, oggi sempre più riversato sulle famiglie, e la perdita di reddito che si accompagna alla riduzione di ore lavorative se non alla perdita totale del salario, non aumentino il rischio povertà che oggi milioni di caregiver affrontano”. Occorre “defiscalizzare, come la Francia e altri Paesi europei ci hanno insegnato, le spese di cura quale condizione chiave perché i familiari possano avvalersi di aiuti offrendo lavoro regolare. E occorre riconoscere contributi figurativi a fronte di impegni di cura attestati in piani assistenziali, affinché l’obiettivo pensionistico non risulti ancora più irraggiungibile per chi temporanemente ha l’esigenza di assumere una responsabilità di cura”.

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