Giovani: mons. Guerrini (Saluzzo), “ci costringono a ripensare la nostra fede per alimentarla e purificarla”

“Pasqua è tenere insieme il buio del Venerdì e la luce della Domenica. Faticoso ma necessario. Perché la vita è fatta di pianto e di gioia, di sofferenza e di speranza”. È quanto afferma in occasione della Pasqua il vescovo di Saluzzo, monsignor Giuseppe Guerrini, nel messaggio alla diocesi pubblicato dal settimanale diocesano “Il Corriere di Saluzzo”. Un messaggio scritto “pensando in particolare ai giovani” e avendo “davanti le foto delle sette ragazze Erasmus morte nell’incidente del pullman in Spagna”. “Colgo nei giovani – prosegue – un forte bisogno di avere punti di riferimento, di trovare motivi di speranza. Mi pare di scorgere l’esigenza di un futuro più sereno e più giusto, di un mondo in cui ognuno possa realizzare al meglio le proprie aspirazioni”. Secondo il vescovo di Saluzzo, “non c’è una contestazione diretta nei confronti del messaggio cristiano, c’è piuttosto la richiesta di avere tempo e modo per avvicinarlo senza sentirsi immediatamente vincolati, catturati”. “Oggi, mi pare, i giovani ci chiedono più tempo, più pazienza, più autenticità, più coerenza, più umiltà”, osserva mons. Guerrini, che si chiede: “Cosa significa dire a un giovane: ‘Buona Pasqua’? Come parlare di speranza?”. “Vorrei che i giovani seguissero il mio passo, mentre sono io che devo accettare il loro”, osserva, dicendosi “convinto che nella persona di Gesù, nel suo Vangelo, si trovi l’armonia che ricompone morte e vita, sofferenza e speranza, peccato e grazia”. “I giovani – continua mons. Guerrini – ci costringono a ripensare tutto, anche la nostra fede, non per perderla o sminuirla ma per alimentarla e purificarla. Guardando e identificandoci sia col volto di Cristo piagato e sofferente che col volto glorioso e trasfigurato”. “Augurare buona Pasqua ai giovani – conclude – significa credere che Cristo continua ad essere motivo di speranza anche per loro”.

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