Diocesi: mons. Morosini (Reggio Calabria-Bova), “reggini reagiamo!” alla violenza

“Reggio, svegliati! Reggini reagiamo!”. È l’invito rivolto dall’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, che, attraverso una lettera, commenta alcuni episodi di violenza nel territorio della diocesi e della città. Ultimo quello contro un testimone di giustizia. “È la dignità di ogni uomo ad esser messa in discussione, è il futuro di fare libera impresa, e quindi il futuro di ogni giovane che è soggiogato. Non lasciamoci rubare la nostra libertà”, scrive il presule che si chiede: “Non è possibile fermare questo regresso alla barbarie, che sembra inarrestabile? Dove si pensa di arrivare? Quale speranza possiamo assicurare ai nostri figli, ai nostri giovani, così da consegnare loro la certezza di un futuro dignitoso e bello? C’è bisogno di un sussulto delle coscienze per non abituarci al peggio”. Queste notizie “non debbono lasciarci indifferenti, quasi anestetizzati o rassegnati ad un male ineluttabile. Non è così! È in gioco il futuro della nostra città e delle nostre famiglie!”. Monsignor Morosini chiede, quindi, “accanto ad una presa di coscienza civica”, una presa di “coscienza religiosa. Ci chiediamo: come mai, nella nostra città o nei nostri paesi, nonostante i nostri sforzi contrari a livello pastorale, possa esistere un così drammatico divario tra fede e vita? Stiamo celebrando il Giubileo della misericordia: ma quale misericordia possiamo ottenere da Dio senza un autentico processo di conversione dal male?”.
Il presule si rivolge ai responsabili di tutte le associazioni e movimenti ecclesiali e ai parroci. “È necessario svegliare la coscienza di tutte le persone di buona volontà affinché si rimanga fortemente uniti nella lotta contro questo cancro della nostra società. Tutti i credenti – aggiunge il presule – quale che sia la loro età o i motivi per cui abitano, a vario titolo, le nostre comunità parrocchiali – specie se si preparano alla ricezione dei Sacramenti! – sappiano che la nostra fede condanna fermamente ogni atto che svilisce la dignità dell’uomo, e nulla ha da spartire non solo con la ‘ndrangheta, ma anche con gli atteggiamenti di mafiosità strisciante: dalle piccole forme di illegalità alle minacce vere e proprie”. E poi la preghiera “al Signore affinché ci converta tutti e ci faccia vedere giorni migliori: per noi stessi, le nostre famiglie, per i giovani, in particolare, per la nostra città”.

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