Cibo recuperato e donato: Lucchini (Banco Alimentare), “con il manuale ci aspettiamo di recuperare 30mila tonnellate di cibo in più”

“Da oggi le organizzazioni caritative sono l’ultimo anello della filiera alimentare perché siamo convinti che il cibo recuperato e donato non sia di serie B”. Lo ha detto Marco Lucchini, direttore generale di Fondazione Banco Alimentare onlus, nel corso della presentazione del manuale su “Recupero, raccolta e distribuzione di cibo ai fini di solidarietà sociale”, a cura della Caritas e del Banco Alimentare, con la supervisione tecnico-scientifica dell’Università Cattolica di Milano e validato dal ministero della Salute. Il testo contente le regole è disponibile da oggi su tutti i siti degli enti che hanno collaborato, compreso quello del dicastero. “Lo scopo – ha proseguito il responsabile del Banco Alimentare – è aiutare chi è in grave difficoltà ma anche aumentare la sicurezza e incentivare le donazioni. Secondo il Policlinico di Milano, fra i donatori c’è ancora poca fiducia verso il mondo caritatevole riguardo la trasparenza sul trattamento delle risorse. Il manuale aiuterà a fugare questi timori. Non per magia o imposizione ma attraverso l’impegno da parte delle organizzazioni nell’applicazione delle prassi”.
Lo spreco di cibo oggi in Italia ha raggiunto la cifra record di 5 milioni di tonnellate ogni anno, secondo una stima del Politecnico di Milano. “Ci aspettiamo – ha commentato Lucchini – con questo manuale, un aumento di 30mila tonnellate di alimenti recuperati”. “Le indicazioni contenute – ha aggiunto – non sono obbligatorie e chiunque può far proprio il manuale migliorandolo e chiedendo la validazione a sua volta al ministero”. Da parte di chi distribuisce il cibo donato, secondo il direttore del Banco Alimentare, “occorre avere più coraggio e sfatare anche alcuni miti, come la possibilità di recuperare alimenti non etichettati che abbiano però una dichiarazione firmata dal produttore. Finora l’incertezza ci ha fatto donare solo cibo di cui eravamo estremamente sicuri. È ora di dire che la scadenza preferibile non è il giorno di esecuzione di una pena di morte ma è solo un’indicazione. Infine, l’utilizzo del manuale renderà le organizzazioni caritatevoli più autonome coscienti e responsabili del proprio agire e la formazione dei volontari sarà la nostra arma vincente per applicare e aumentare il recupero”, ha concluso.

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