Beni ecclesiastici: Silvestri (SiCei), il punto sui servizi informatici per la gestione e la comunicazione

Il convegno Cei sull’amministrazione dei beni immobili della Chiesa che si conclude oggi a Salerno, ha permesso di fare il punto anche sull’offerta di servizi informatici rivolta alle diocesi e parrocchie italiane. Il direttore del Servizio informatico della Cei (SiCei), Giovanni Silvestri, ha illustrato le diverse proposte elaborate in questi ultimi anni, alcune delle quali sono divenute servizi stabili e con tassi di utilizzo molto elevati. Oltre ai siti web per la comunicazione pubblica da parte delle chiese locali, Silvestri ha ricordato i servizi intranet, per la comunicazione all’interno dell’organizzazione ecclesiastica, che prevedono anche l’aspetto amministrativo. Ad esempio, “le parrocchie hanno la possibilità di inviare i propri rendiconti economici alle diocesi attraverso un portale web, studiato per favorire la diffusione di modalità amministrative standardizzate e la razionalizzazione dell’amministrazione quotidiana”. Questi software applicativi di tipo gestionale o di catalogazione sono ormai utilizzati da diverse migliaia di parrocchie. “È invece al 100% l’adesione delle diocesi alle procedure informatiche per le pratiche di autorizzazione, finanziamento e monitoraggio di restauri e nuove costruzioni di chiese, luoghi di culto e pastorali”, ha precisato Silvestri: “Sono allo studio applicativi per impostare modalità di manutenzione pianificata dei luoghi di culto più antichi, in chiave preventiva e conservativa”. Esperimenti in tal senso sono in corso nella diocesi di Milano e altre realtà. Grazie a specifici programmi, infine, si sta conducendo un censimento di tutte le chiese italiane secondo gli standard del Ministero per i beni culturali. L’iniziativa è in fase molto avanzata: al momento sono stati censiti 64.344 edifici di culto in 217 diocesi e si è potuto raccogliere e catalogare quasi 4 milioni di oggetti d’arte sacra (statue, quadri, affreschi, bassorilievi, marmi, arredi e paramenti liturgici vari). Si tratta di un enorme “tesoro” artistico, presente in tutte le regioni ecclesiastiche italiane, che testimonia la profonda e significativa storia religiosa del nostro Paese.

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