“L’indicatore del Pil è ottimo ma non basta a misurare il livello di benessere di un Paese, ne occorrono altri ma politici e media in Italia sono troppo pigri per usarli”. Lo ha detto Enrico Giovannini, docente di statistica economica dell’Università di Tor Vergata ed ex ministro dell’Economia, a margine della tavola rotonda “It’s the happines stupid!” che ha concluso la seconda giornata della Conferenza internazionale sulla felicità. “È molto complicato aggiungere indicatori che misurino la qualità della vita e la sostenibilità – ha commentato – ma sarebbe importante, come primo passo, dare attenzione ai dati che già esistono, per esempio, il reddito disponibile delle famiglie aggiustato per i servizi che ricevono, compreso il no profit. Questa è una misura che esiste – ha sottolineato Giovannini – ma nessuno gli dà particolare attenzione anche se è molto vicino al punto di vista delle famiglie”. “Già oggi esistono degli indicatori ma i media danno più visibilità al Pil. Inoltre, i media – ha concluso – dovrebbero evidenziare le connessioni fra gli eventi. Per esempio, far capire ai lettori che molti dei profughi fuggono dalla Siria per la guerra e da Paesi dove ci sono state delle carestie o problemi ambientali, oppure, che la primavera araba fu preceduta da una crisi dei prezzi dei prodotti agricoli schizzati alle stelle unità a ripetuti black out di elettricità”.