Secondo il Rapporto sulla felicità, il nostro Paese occupa la poco invidiabile posizione al 50° posto. Eppure, secondo Enrico Giovannini, docente di economia all’Università di Tor Vergata, l’Italia ha a disposizione molto dati per comprendere la situazione. “Siamo fortunati – ha affermato a margine della Conferenza internazionale sulla felicità – perché invece di usare solo i dati Gallup su cui si basano le comparazioni fra i Paesi nel Rapporto, ha anche da almeno dieci anni i dati Istat che consentono di capire meglio a livello territoriale e per diversa categorie di persone cosa determina le disuguaglianze e la variazione della felicità”. Per l’Italia “abbiamo molti più dati per aiutarci a capire perché non evolviamo e perché questa crisi così lunga sta minando rapporti alla base di aspetti su cui la Nazione è sempre stata molto forte. Il Rapporto sul benessere equo e sostenibile, che iniziai quando ero presidente dell’Istat, mostra come dal punto di vista soggettivo c’è stato un peggioramento netto con la crisi delle prospettive di lavoro e quindi l’aumento della paura del futuro oppure sul piano dei rapporti interpersonali noi italiani siamo ancora forti ma stiamo iniziando a perdere peso a causa della crescita dell’individualismo”, ha concluso.