Benessere: Becchetti (Univ. Tor Vergata), “la felicità si misura anche come senso della vita”

“I media e soprattutto i politici stanno capendo che il Pil, il Prodotto interno lordo, non basta per misurare il benessere e la ricchezza di una nazione. In particolare, i politici capiscono che se i cittadini sono felici, e la loro vita ha per loro senso, allora sono più portati a dare consenso anche ai governi. L’esempio delle ultime elezioni in Irlanda del resto è clamoroso: il governo ha perso alle urne nonostante la crescita del Pil a +7%”. Lo ha detto Leonardo Becchetti, docente di economia dell’Università di Tor Vergata, a margine della prima giornata della Conferenza internazionale sulla felicità organizzata a Roma dalla Lumsa, che vede la partecipazione di decine di ricercatori in campo economico, sociale e statistico provenienti da molte università straniere. Nella prima giornata di oggi, gli studiosi si divideranno in tre sessioni parallele in cui discuteranno e si confronteranno sugli indicatori scelti per misurare il benessere mentre domani verrà presentato il Rapporto 2016 realizzato grazie al contributo di diversi esperti. “In questo rapporto ci sono alcuni passi importanti – ha aggiunto l’economista del Tor Vergata – perché possiamo misurare la felicità in tutti i Paesi del mondo e misurare quanto la disuguaglianza incida sulla felicità stessa. La nuova frontiera su cui stiamo lavorando soprattutto noi italiani – ha sottolineato – è guardare alla felicità non solo come soddisfazione nella vita ma come senso della vita. In questi giorni stiamo portando a termine uno studio che dimostra il legame fra il senso della vita e la probabilità negli anni a venire di incorrere in malattie croniche. La relazione è fortissima e testimonia che la persona è un insieme psicofisico per cui il senso della vita è la variabile fondamentale, per esempio, per gli economisti per capire il peso delle future spese sanitarie”, ha concluso.

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