Omicidio Luca Varani: Zema (Romasette.it), “vuoto nichilista” che chiede di “tornare a porsi domande”

“Un mix tra il disgusto e l’orrore, ma dentro sembra restare qualcosa di indefinibile” perché “dietro quell’omicidio non c’è un perché. C’è solo la curiosità di vedere ‘l’effetto che fa la morte, come spiega uno dei due assassini”. Angelo Zema, direttore di Romasette.it, giornale on linde della diocesi di Roma, definisce – in un editoriale – l’omicidio di Luca Varani, il 23enne ucciso dopo un festino a base di droga e alcol in un quartiere romano, “il punto di arrivo di una catena di atti, emozioni, pensieri annebbiati, a quanto pare, da un’incredibile quantità di cocaina e dalla potenza dell’alcol”. “È il volto di una ‘periferia’ – per usare una parola cara a Papa Francesco – dove il vuoto e lo smarrimento sono compagni di viaggio di cui gli stessi protagonisti non sanno indagare le radici, e sembra che nessuno sia in grado di intercettare questo vuoto. Un’assenza globale al servizio del male”. Al contrario, “c’è la complicità di chi questo vuoto lo alimenta: chi vende la droga; chi ridimensiona gli effetti del suo utilizzo; chi lancia sul mercato videogiochi dove l’obiettivo è eliminare sagome umane; chi – in quell’ambiente pervasivo che è internet – propone tanti esempi di banalizzazione della sessualità; chi programma spettacoli improntati al gusto dell’orrido; chiunque di fatto sia complice della ‘normalità’ del male di cui alcuni segni gridano la loro ferocia di tanto in tanto, come a risvegliarci da un torpore che tenta di anestetizzare le coscienze”. Di fronte a questo “abisso senza nome” non ci possono essere “risposte facili”. Anzi, secondo Zema, “la prima consapevolezza è che occorre innanzitutto tornare a porsi delle domande e ad aprire orizzonti di significato: sul come stare al mondo, come esserci con gli altri, che senso dare alla vita, come educare. Con quel sano realismo e quella operosità spesso nascosta che è un ‘tirare la carretta’ al servizio del bene, in un impegno cui ogni agenzia educativa – famiglia e scuola in primo luogo – deve sentirsi alleata” nel segno di quella “Chiesa in uscita” cui fa appello Papa Francesco. Scelte quotidiane di vita che “possono cambiare la direzione di quella china nichilistica cui non è possibile assistere impotenti”.

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