Minoranze religiose: mons. Gallagher, “urgente e necessaria cooperazione internazionale per fermare atrocità”

Dal 2003 ad oggi, “in Iraq il numero dei cristiani è diminuito da più di un milione a meno di 300mila. Nella sola città di Mosul, l’antica Ninive, che rappresenta una delle comunità cristiane più antiche, con una storia di oltre 1.700 anni, in una notte (6 agosto 2014) 150mila cristiani hanno lasciato le loro case e i loro villaggi, dopo essere stati derubati di tutti i loro averi”. A citare i dati della fondazione Aiuto alla Chiesa che soffre e del rapporto 2014 sulla libertà religiosa nel mondo, edito dal Dipartimento di Stato americano, è monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario della Segreteria di Stato per i Rapporti con gli Stati, intervenuto oggi ad un incontro promosso dalla diocesi di Roma sul tema dei nuovi martiri. “In Nigeria, Boko Haram ha costretto alla fuga 100mila cristiani nella sola diocesi di Maiduguri, nella quale sono state distrutte 350 chiese. In Siria, poi, oltre agli orrori della guerra, che ha già causato oltre 260mila morti, non si contano i casi di ostilità. Ma anche in Libia la situazione dei cristiani è estremamente drammatica, infatti, a partire dal 2013 la maggior parte dei cristiani sono stati costretti ad abbandonare il Paese”. Le persecuzioni riguardano tutte le minoranze religiose, ha precisato Gallagher, ma i cristiani “sono il gruppo religioso che soffre maggiormente”. “Urgente e necessaria una cooperazione internazionale per fermare queste atrocità, ma anche per riaffermare in pieno il diritto alla libertà religiosa e condannare ogni tipo di discriminazione e di intolleranza per motivi religiosi in ogni angolo della terra, anche in Occidente”. Un pensiero, inoltre, alle quattro missionarie della Carità uccise nelle Yemen, “testimonianza tangibile e drammatica usque ad sanguinis effusionem” di amore per il prossimo. 

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