Pax Christi, “dire basta agli interventi armati italiani”

“Occorre dire basta agli interventi armati italiani” ed “opporsi alle guerre e alla loro preparazione”: così il Consiglio nazionale di Pax Christi, riunitosi a Firenze lo scorso 6 e 7 febbraio, ricorda tre persone venute a mancare in questi giorni: Giulio Regeni, giovane barbaramente ucciso in Egitto, Nanni Salio, studioso di nonviolenza sociale e politica, e Geries Khoury, teologo e difensore dei diritti della Palestina. “In loro memoria – riferisce Pax Christi – il Consiglio esprime sdegno e preoccupazione per le possibili imminenti ‘operazioni militari’ italiane in Libia e in Iraq, ribadendo che non si può nutrire il male che si dice di combattere. Abbiamo assistito troppe volte all’ipocrisia di interventi militari che vengono indicati come necessari per salvaguardare i diritti dei popoli, abbattere dittatori se non addirittura per esportate la democrazia. E sempre fuori da qualsiasi regola: non più l’intervento dell’Onu, ma quello della Nato – organismo ormai non difensivo ma che mira a garantire l’accesso alle risorse – o di qualche coalizione di volonterosi. E sempre con l’intervento più o meno diretto degli Usa. Non si può continuare a rimediare ai nostri disastri con altri disastri”. “Occorre opporsi – si legge in una nota diffusa oggi – alla chiamata permanente alle armi ridando all’Onu un ruolo centrale nel processo di pace in Siria, in Iraq e in Libia. Opporsi ad una politica basata su continui interventi militari (sollecitati o promossi dalla Nato) che spegne le piccole luci accese con negoziati faticosamente avviati”. Pax Christi “chiede il rispetto della legge 185/90 sul commercio delle armi, il blocco dell’invio di armi italiane nei luoghi di guerra e verso il Medio Oriente, in particolare verso l’Arabia Saudita che sta bombardando da un anno lo Yemen”. Il movimento cattolico internazionale per la pace, inoltre, “chiede di porre fine all’investimento continuo in armamenti nel nostro Paese, a partire dai costosissimi e pericolosissimi aerei da guerra F35, promuovendo viceversa corpi civili di pace per una difesa civile non armata e nonviolenta, come proposto da tante associazioni con una legge di iniziativa popolare depositata in Parlamento”.

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