Famiglia: Amci, un confronto a Pagani sabato 13 febbraio

“Dal modello di famiglia tribale al modello di famiglia allargata, passando per la famiglia patriarcale e quella ‘nucleare’, intesa come cellula fondamentale dell’attuale tessuto sociale”. Su questo tema, medici, giuristi ed esperti si confronteranno in un incontro-dibattito dal titolo: “La famiglia che verra’”, organizzato da Mario Ascolese, presidente dell’Associazione Medici cattolici italiani (Amci) sezione Campania, in collaborazione con la diocesi di Nocera Inferiore-Sarno e il comune di Pagani, in programma sabato 13 febbraio, alle ore 15, a Pagani (Sa), nell’auditorium del Teatro “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori”. Interverranno Mario Salisci, docente di Sociologia dei processi culturali all’Università Lumsa di Roma (La crisi della famiglia ai nostri giorni); Giancarlo Cerrelli, consigliere centrale Unione giuristi cattolici italiani (Ideologia del gender e sue ricadute giuridiche sulla famiglia), e Filippo Maria Boscia, presidente nazionale Associazione medici cattolici italiani (Dalla parte dei piu’ piccoli: protagonisti senza voce). Concluderà monsignor Giuseppe Giudice, vescovo di Nocera Inferiore-Sarno. “A rendere più complessa la comprensione delle dinamiche evolutive, oggi c’è l’apparire all’orizzonte di ideologie, quali quella del gender, che stravolgono il concetto di famiglia nella sua piu’ intima essenza – dichiarano in una nota congiunta Filippo Maria Boscia e Mario Ascolese -. Matrimonio e famiglia non sono una costruzione sociologica casuale, frutto di particolari situazioni storiche ed economiche”. “Il matrimonio come istituzione non è quindi un’indebita ingerenza della società o delle autorità, è invece esigenza intrinseca del patto dell’amore coniugale e della profondità della persona umana. È un patto e non un fatto: il fatto puo’ essere espressione anche di una liberta’ anarchica che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo e che si fonda su una banalizzazione del corpo, che include la banalizzazione dell’uomo. Il pericolo piu’ grande di questa deriva e’ il totale oscuramento dell’attore principale: il nascituro, protagonista senza voce. È proprio lui che merita sostegno in una famiglia nella quale non sia rotta la sacralita’ del vincolo fra soggetti di sesso diverso, ovvero tra un uomo e una donna”, conclude la nota.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy