Donazione ovociti: un documentario parla dei rischi per la salute

Soldi, tanti soldi. Anche 50 o 100mila dollari. È questo il prezzo a cui possono arrivare le agenzie specializzate che negli Stati Uniti sono pronte a pagare per la donazione di ovociti da parte di giovani donne. I loro annunci sono sui giornali ma la ricerca di donatrici si concentra soprattutto nei campus universitari dove si presume che il quoziente intellettivo, e quindi il patrimonio genetico per il nascituro, sia più appetibile per il mercato del materiale biologico. Questo mondo, in Italia ancora sconosciuto, viene descritto dal documentario “Eggsploitation” (“Sfruttamento degli ovociti”), premiato come migliore documentario al Film Festival della California e mostrato da Pro Vita onlus per affrontare la tematica in una conferenza stampa avvenuta questa mattina in Senato. Nel filmato, le ragazze raccontano le loro storie. Alcune di loro hanno provato molto dolore prima e dopo la donazione per colpa della stimolazione ormonale e poi l’espianto. Altre hanno rischiato addirittura la vita perché durante l’intervento è stata toccata una arteria causando un’emorragia o le ripetute punture hanno costretto l’eliminazione dell’ovaia. Per ciascuna il dramma non è finito dopo la donazione. Per settimane sono state ricoverate in ospedale o addirittura mesi per riprendersi completamente. Tutte le testimoni, nel documentario, chiedono alle coetanee di non sottoporsi alla stimolazione ormonale e all’ovodonazione, “perché – insistono alcune – il prezzo della salute e della vita non esiste”. La donazione degli ovociti, e in particolare le cure ormonali somministrate alle donne per ottenerla, rappresenta una fonte di rischi per la salute. A sostenerlo sono le stesse donne che hanno accettato di fare le donatrici e hanno testimoniato la loro storia nel documentario.

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