Tratta: Satyarthi, “fenomeno difficilissimo da combattere”

“Si prova grande vergogna a parlare della schiavitù moderna, perché in un mondo tecnologico come il nostro ci troviamo ancora a dover combattere contro una piaga così antica e devastante come la tratta di esseri umani. Ogni anno, quasi 3 milioni di persone sono vittime di traffico di persone e di riduzione in schiavitù e il 70 per cento sono donne e minori, che spesso subiscono abusi e violenze”. Lo ha detto l’attivista indiano e premio Nobel per la pace, Kailash Satyarthi, intervenendo oggi pomeriggio a Milano all’incontro promosso dal Centro Pime di Milano, Caritas ambrosiana e Mani Tese in occasione della seconda Giornata internazionale contro la tratta di persone. Attivo nel movimento indiano contro il lavoro minorile fin dal 1990, insieme alla sua organizzazione Satyarthi ha liberato oltre 80mila minori da varie forme di schiavitù. Nel 2014 ha vinto il premio Nobel per la pace insieme all’attivista pakistana Malala Yousafzai per le sue lotte in favore dell’educazione e la salvaguardia dei bambini. “Quando nel 1988 ho cominciato questa lotta contro la sopraffazione dei bambini per garantire il diritto di tutti i minori all’istruzione – ha aggiunto Satyarthi -, non esistevano né leggi né programmi che punissero la schiavitù infantile. È stato un percorso lungo e difficile ma, a dispetto dei numerosi traguardi, ancora oggi è un fenomeno difficilissimo da combattere. Perché si tratta di una delle attività illegali più lucrative al mondo: la tratta di esseri umani rende quasi 32 miliardi di dollari l’anno”.

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