Santa Sede: mons. Gallagher, in Siria aiuti d’emergenza e a lungo termine. Al centro “la persona e la dignità umana”

“I nostri sforzi umanitari sono sempre più concentrati non solo sugli aiuti d’emergenza, ma anche sui bisogni a medio e lungo termine dei rifugiati e dei paesi ospitanti”. Lo ha detto monsignor Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, alla Conferenza dei Paesi donatori per la Siria “Sostenere la Siria e la regione”, che si tiene oggi a Londra. Istruzione, lavoro e sviluppo economico i temi al centro dell’appuntamento. Nel ricordare che la crisi umanitaria della Siria è entrata nel sesto anno, il diplomatico ha fatto notare che “il costo reale di questa crisi umanitaria si misura con le morti e le sofferenze di milioni di nostri simili” e ha richiamato il discorso del Papa al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, lo scorso 11 gennaio. Il Pontefice, ha rammentato, ha espresso l’auspicio che il Primo vertice umanitario mondiale, convocato nel maggio prossimo dalle Nazioni Unite, possa riuscire “nel suo intento di mettere la persona umana e la sua dignità al cuore di ogni risposta umanitaria”. La Santa Sede, attraverso il Pontificio Consiglio “Cor Unum”, e la Chiesa cattolica, attraverso la sua rete di agenzie caritative, stanno rispondendo alla crisi umanitaria in Siria e nella regione fin dall’inizio. I fabbisogni di numerose agenzie cattoliche e organizzazioni non governative sono già inclusi nel “Regional Refugee and Resilience Plan (3RP) 2016-2017 in response to the Syria Crisis” delle Nazioni unite e sono “significativamente maggiori rispetto a quelli chiesti nel 2015, che purtroppo sono stati finanziati solo il 50% finanziato”. Di qui l’appello della Santa Sede per un aumento dei fondi per aiutare rifugiati le comunità ospitanti in Giordania, Libano, Iraq, Turchia ed Egitto.

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