Inghilterra: Conferenza episcopale in risposta al film “Spotlight”, “tutte le accuse trasmesse alla polizia”

“Tutte le accuse di abuso denunciate alla Chiesa in Inghilterra e Galles sono state immediatamente trasmesse alla polizia”. Lo si legge in una nota pubblicata sul sito della Conferenza episcopale inglese in cui i vescovi rifanno il punto sulla politica intrapresa ormai da anni dalla Chiesa per garantire sicurezza all’interno delle sue strutture dopo i casi di abuso sessuale che l’hanno travolta. La nota – spiegano all’ufficio stampa dei vescovi inglesi – è stata pubblicata in seguito all’uscita venerdì scorso del film “Spotlight”. Il film racconta la vicenda della  clamorosa indagine sugli abusi sessuali nella Chiesa vissuta da un pool di giornalisti del Boston Globe ma non rende conto di quanto negli ultimi anni è stato fatto e si sta facendo nella Chiesa per accogliere le denunce delle vittime, fare chiarezza sul passato e soprattutto assicurare sicurezza nelle chiese. La nota – aggiungono – è stata pubblicata anche per fare il punto sulle azioni della Chiesa, in risposta alla “Independent Inquiry into Child Sexual Abuse” che è stata avviata lo scorso anno nei confronti delle Chiese cattolica e anglicana.

“La Chiesa – si legge nella nota – lavora a stretto contatto e in cooperazione con le autorità giudiziarie nelle indagini di queste  accuse. Solo dopo che questa indagine è stata condotta secondo la legge britannica, la Chiesa svolge una propria indagine interna, secondo il diritto canonico”. Ed aggiunge: “La tutela dei bambini, dei giovani e degli adulti vulnerabili è al cuore della missione della Chiesa. Non c’è posto nella Chiesa, come anche nella  società, per l’abuso che è un reato grave che può colpire le persone per tutta la vita. Le vittime vengono per prime. Non è sempre stato così. La Chiesa si rammarica profondamente per tutte le denunce di abuso sessuale e abuso sui minori e sugli adulti vulnerabili, ed ammette che gravi errori sono stati fatti in passato”. La nota ricorda i pronunciamenti fatti da Papa Benedetto XVI e Papa Francesco rispetto alla protezione dei minori e della politica improntata alla tolleranza zero verso i colpevoli. Uno dei risultati più immediati di questa nuova cultura è la presenza di un “responsabile” per la protezione dei minori presente nel 95% delle parrocchie in Inghilterra e in Galles. La nota sottolinea poi come oggi la Chiesa abbia adottato “una procedura di selezione severa per i candidati al sacerdozio e la loro formazione comprende anche il tema della protezione dei bambini e degli adulti. Nel frattempo – aggiunge la nota – “la Chiesa incoraggia le vittime di abusi a farsi avanti e li sostiene nel farlo”. Christopher Pearson, presidente della “National Catholic Safeguarding Commission”, ha detto: “Il danno, il dolore e l’impatto dell’abuso sulle vittime e le loro famiglie sono immensi. Questa è la ragione per cui vogliamo che le vittime e i sopravvissuti siano al cuore di quello che facciamo. Possiamo dire che non potrà mai più accadere? No, ma possiamo dire che la probabilità è minore di quanto non fosse nel passato e che, incoraggiando le persone a segnalare gli abusi, rende il nostro lavoro più facile”.

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