Shahbaz Bhatti: mons. Coutts (vescovi pakistani), “canonizzazione sarebbe fatto positivo”

foto SIR/Marco Calvarese

A cinque anni dalla morte di Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze religiose ucciso dagli estremisti il 2 marzo del 2011 per aver chiesto al parlamento del Pakistan di modificare la legge sulla blasfemia, i cattolici pakistani e la Conferenza episcopale pakistana sperano in una canonizzazione. E’ quanto emerso oggi a Roma durante la conferenza stampa di monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza episcopale del Pakistan, in questi giorni in Italia su invito di Aiuto alla Chiesa che soffre, per ricordare la difficile situazione dei cristiani nel suo Paese e commemorare i cinque anni dall’uccisione del ministro per le minoranze religiose Shahbaz Bhatti, ucciso dai fanatici il 2 marzo del 2011 per aver tentato di modificare la legge sulla blasfemia. Domattina monsignor Coutts sarà con Papa Francesco alla messa a Santa Marta, dove alloggia. Poi si sposterà nelle arcidiocesi di Genova, Milano e Torino. “Per noi Shabaz Bhatti non era solo un ministro – dice in una intervista al Sir -. Era anche un cattolico, un uomo buono e onesto che cercava di creare rapporti tra i musulmani e non musulmani per una società di uguaglianza ed armonia, multireligiosa. Per noi il suo omicidio è stata una grande tragedia: aveva davanti a sè una visione molto chiara: sognava un Pakistan dove regna la pace e l’armonia. Tocca ora a noi continuare nello stesso modo, anche protestando pacificamente, per far conoscere i problemi dei cristiani”. A suo avviso l’avvio di un processo di canonizzazione “sarebbe un fatto positivo. Era un uomo buono e tutti lo sanno”.

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