Diocesi: mons. Morosini (Reggio Calabria-Bova), “non capiamo più il perdono”

“Dal punto di vista cristiano, non possiamo affrontare il tema dell’accoglienza, affidandoci solo all’emotività suscitata dalla drammaticità degli sbarchi, dai morti in mare, dalla povertà dei paesi di origine, dalle guerre dalle quali si allontanano. Né possiamo affidarci al cinismo delle convenienze politiche. Per il cristiano il problema si pone dal punto di vista della sua fede, che dipende dalla rivelazione del volto di Dio e dal conseguente impegno morale che da tale rivelazione scaturisce”. A dirlo è stato l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, intervenuto, con una lectio magistralis, all’Università per stranieri “Dante Alighieri” della città. Il presule ha evidenziato che la misericordia, oggi, “pretesa dai più”, è quella che “rimedia alla sofferenza non al peccato, in quanto si è perso il senso del peccato. Spesso ci si rivolge alla misericordia di Dio non con il desiderio di avere un cuore rinnovato che porti a comportamenti nuovi, ma solo per sentire meno i mali patiti per la colpa commessa. Bisogna allora recuperare il senso della conversione del cuore, insita nella misericordia biblica”. Oggi “si fa fatica – è il suo pensiero – a capire il perdono gratuito di Dio e l’abbraccio verso il potenziale nemico, perché noi non capiamo più il perdono; preferiamo parlare di soddisfazione della pena imposta dalla giustizia, di riparazione del male arrecato, di restituzione dei beni indebitamente sottratti; nel caso di omicidi, il perdono dovrebbe essere concordato con i parenti delle vittime, unici legittimati a darlo”.

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