Parchi culturali ecclesiali: mons. Lusek (Cei), “diocesi protagoniste di progetti locali per dire la fede con la via della bellezza”

Produrre cultura e itinerari di senso mettendo in relazione soggetti locali diversi per annunciare e comunicare la fede e rinnovare la catechesi anche attraverso la “via della bellezza”. Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo del progetto “Parco culturale ecclesiale”, finalizzato a realizzare un sistema territoriale che promuove, recupera e valorizza, attraverso una strategia coordinata e integrata il patrimonio liturgico, storico, artistico, architettonico, museale, ricettivo, ludico di una o più Chiese particolari. Ad illustrarlo è stato oggi a Roma monsignor Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del turismo, tempo libero e sport della Cei, presiedendo la prima riunione del Tavolo di coordinamento dei parchi culturali ecclesiali. Il progetto, ha spiegato, si colloca nello scenario degli Orientamenti pastorali del decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”, del convegno di Firenze “In Cristo il nuovo umanesimo”, del magistero del Papa e del Giubileo della Misericordia. L’idea è nata da “una naturale convergenza di obiettivi della rivista ‘Luoghi dell’Infinito’ (mensile di Avvenire)”, condivisa all’inizio “in maniera informale con altri settori Cei (Beni culturali e Progetto culturale) e da subito inserita” nei progetti dell’Ufficio da lui guidato “trovando grande attenzione e accoglienza in diverse parti d’Italia”. Per mons. Lusek, nella progettazione e realizzazione di un parco culturale ecclesiale “la protagonista principale è la Chiesa particolare, la diocesi, in prima persona” come titolare del progetto. L’Ufficio nazionale Cei si pone come ufficio di coordinamento dei parchi attraverso un tavolo di lavoro che li rappresenterà tutti e offrirà linee guida e consulenza in materia di “compatibilità” tra i parchi e di rapporti con le istituzioni.

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