Terra Santa: mons. Lahham (Giordania), “cristiani non facciano affidamento su circostanze politiche, favorevoli o meno”

“Il futuro dei cristiani arabi è in gestazione. Essi devono da loro stessi sollevare la sfida della loro presenza, e non fare affidamento in via esclusiva sulle circostanze politiche, favorevoli o meno. Per questo bisognerà sempre lavorare al dialogo interreligioso, all’apertura con gli altri, alla convivialità e con impegno costante nel suolo arabo”. Lo ha detto monsignor Maroun Lahham, vicario patriarcale per la Giordania del Patriarcato Latino di Gerusalemme, nel corso di una conferenza tenutasi lo scorso 3 febbraio presso l’Oeuvre d’Orient, nella quale ha presentato una panoramica della cristianità nel mondo arabo e descritto, più in particolare, la situazione dei cristiani in Giordania. “I cristiani – ha spiegato il vescovo nel suo intervento il cui testo è stato diffuso oggi dal Patriarcato latino – erano piuttosto tranquilli prima degli eventi della primavera araba, godevano di una situazione relativamente favorevole e stabile. Demograficamente in minoranza, i poteri politici hanno rappresentato per loro una importante garanzia che li proteggeva e ha permesso loro di ottenere una rappresentazione politica e il riconoscimento che è stato fonte di sviluppo religioso, sociale ed economico”. Negli ultimi anni, gli sconvolgimenti vissuti dalle società arabe hanno “irreversibilmente cambiato la società”. “Tutti sono stati influenzati, compresi i cristiani” ha sottolineato mons. Lahham per il quale si tratta adesso “di vedere il nuovo volto che presenterà il Medio Oriente dopo tutti questi sconvolgimenti. Tuttavia – ha ammesso – i cristiani arabi devono da loro stessi sollevare la sfida della loro presenza, e non fare affidamento in via esclusiva sulle circostanze politiche, favorevoli o meno. Per questo bisognerà sempre lavorare al dialogo interreligioso, all’apertura con gli altri, la convivialità e l’impegno costante nel suolo arabo”. Parlando con “gli occhi della fede”, il vicario si è detto certo che “Dio non permetterà mai che la sua terra (Terra Santa) e l’area geografica (il Medio Oriente) diventino musei. I cristiani arabi hanno sempre circondato i luoghi santi della loro presenza e le loro preghiere, ed è impensabile che le pietre vive scompaiano per lasciare spazio alle pietre dei morti”.

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