Riforma Bcc: Gardini (Confcooperative), “non si può saccheggiare un patrimonio intergenerazionale”

“Dal mondo cooperativo viene la tenace difesa del modello sussidiario per la partecipazione dal basso, soprattutto nei 5mila comuni più piccoli e fragili, dove lo Stato arretra e dove la speranza può essere rappresentata dalle cooperative di produzione e di solidarietà”. Così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, durante la presentazione alla Camera dei Deputati del libro “Una buona stagione per l’Italia”. Riferendosi al decreto di riforma della Banche di credito cooperativo (Bcc), Gardini ha precisato: “Inorridisco quando qualcuno pensa che quei patrimoni di riserva accumulati dalle Bcc nei decenni possano essere resi disponibili per legge e privatizzati col pagamento di un piccolo contributo, per giunta a rischio di essere aiuto di Stato. Quei soldi non sono dei soci che li hanno accantonati, ma delle comunità. Non si può saccheggiare e scippare un patrimonio intergenerazionale”. Quindi ha aggiunto: “Non uso parole grosse ma giuste, che la gente capisce. Sono sicuro che il Parlamento correggerà questo errore. Non c’è dubbio che dobbiamo far evolvere quel decreto in Parlamento perché diventi strumento forte della nostra finanza. Sono preoccupato per i modelli di finanza che si stanno diffondendo in questo Paese, perché sta diminuendo il pluralismo e invece si punta alla omologazione su un modello lontano dalle esigenze popolari”. Riferendosi al dibattito interno al mondo delle banche di credito cooperativo, Gardini ha infine ricordato che “abbiamo un dovere morale di difendere i valori cooperativi”: “Un direttore del credito cooperativo che prende 1 milione di euro all’anno è fuori dal contesto cooperativo. Se non riacquisiamo questo modello in una logica economica solidaristica, rischiamo di perdere il senso del servizio al territorio, perdendo uno strumento che ne legga davvero i bisogni profondi e vi sappia rispondere”.

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