Parlamento Ue: Schulz (presidente), “in questa fase difficile dobbiamo ritrovare il coraggio di Moro”

(Bruxelles) “Prima di essere un politico, Aldo Moro è stato un filosofo della politica. Moro non accettava che fossero le circostanze, o considerazioni tattiche, a dettare la sua agenda politica. Moro ha vissuto la politica come il tentativo di rafforzare valori, di ampliare diritti e di assicurarsi che lo Stato, la Costituzione e le istituzioni fossero il cuore della vita politica del Paese in cui tutti gli italiani potessero davvero sentirsi rappresentanti”. Nel suo intervento al convegno celebrativo per Aldo Moro, svoltosi oggi all’Europarlamento di Bruxelles, il presidente dell’Assemblea Martin Schulz ha tracciato un profilo del politico italiano, formatosi nella Fuci, esponente della Democrazia cristiana, padre costituente, parlamentare e più volte premier, ucciso dalle Brigate Rosse. “Per Moro l’azione politica era il tentativo di costruire regole che fossero allo stesso tempo riflesso e ambizione per il Paese. Moro ha accompagnato il suo operato con rigore accademico nella ricerca e nella riflessione politica. Non dico che dobbiamo qui abbandonare i nuovi e utili mezzi di comunicazione politica, ma certo dovremmo in Europa riscoprire il senso più alto della politica, il fine della politica su cui Moro si è sempre misurato”.
Un’altra caratteristica “centrale di Moro è stata la sua capacità di sintesi e compromesso. Non parlo semplicemente del compromesso storico, ma del tentativo da parte di Moro di una politica che si adoperasse secondo una conventio ad includendum più che ad excludendum. E questa politica dimostrava anche la grandissima indipendenza e autonomia di Moro nonostante l’ostilità di Mosca e Washington”. Moro “mostrò con la sua azione politica, più coraggio e più audacia di tanti che si trovavano alla sua destra e alla sua sinistra. Aiutò il fatto che potesse confrontarsi, tra gli altri, con un interlocutore del calibro di Enrico Berlinguer, un altro grande politico del ventesimo secolo. Non è un caso che Moro abbia promosso la centralità del parlamento in Italia e in Europa. Nel suo confronto con il Partito comunista, Moro e Berlinguer scelsero il parlamento per costruire il loro schema di solidarietà politica”.
E Moro si adoperò per la legittimità del nostro Parlamento europeo attraverso le conclusioni del Consiglio europeo che portarono all’elezione diretta. Se il Parlamento europeo ha oggi potere, legittimità e rappresentanza, lo dobbiamo anche ad Aldo Moro. Ed è nostra responsabilità rendere sempre più forte, visibile e chiaro il progetto di Unione politica che Moro sosteneva”. E infine: “Di Moro dobbiamo riscoprire soprattutto il coraggio. L’Unione vive a mio avviso la fase più difficile e incerta della sua storia. L’unica cosa di cui gli euroscettici hanno bisogno per distruggere l’Unione, è che gli europeisti non facciano nulla”.

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