Damasco: presidente dei vescovi polacchi sfugge ad attentato Isis

“Abbiamo udito delle esplosioni piuttosto forti ma eravamo già abituati a sentirle tutti i giorni salvo il venerdì che c’era silenzio. Sentivamo anche dei singoli spari e quelli dell’artiglieria pesante”. Comincia così il racconto del presidente della Conferenza episcopale polacca, monsignor Stanisław Gadecki, del suo viaggio in Siria dal 17 al 22 febbraio scorso. Una visita ecclesiale, per portare solidarietà alla popolazione provata da 5 anni di conflitto, che ha visto il presule visitare anche il Libano insieme a don Waldemar Cisło, direttore della sezione polacca di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs). Ma al tempo stesso rischiare la vita per l’attacco terroristico a Damasco del 21 febbraio, rivendicato dallo Stato Islamico, che ha provocato decine di morti. Un attentato scampato per un nulla. Il presule, infatti, è riuscito a partire poco prima dello scoppio. Rientrato in Polonia il presidente dei vescovi polacchi racconta in esclusiva al Sir il suo viaggio che lo ha portato, tra le varie mete, anche nel villaggio di Malula, antica capitale aramaica e cuore pulsante della presenza dei cristiani siriani. Di questi ultimi mons. Gadecki loda “il grande entusiasmo” della loro fede. “Abbiamo pregato per coloro che hanno perso la vita e per quelli che soffrono”. Non manca anche una nota polemica verso i media occidentali rei, a suo dire, di “commentare in modo fazioso le distruzioni fatte”. . “I terroristi – spiega mons. Gadecki – avevano occupato una scuola e l’esercito regolare, per riprenderla ha distrutto completamente l’intero edificio. I media occidentali ne parlano come se fosse l’esempio delle distruzioni da parte dell’esercito regolare in avanzata, ma durante una guerra civile questo avviene. Nessuno è in grado di separare i musulmani dai cristiani e durante gli attacchi purtroppo ci sono anche vittime civili. Bisogna tenerne conto quando si commentano in modo fazioso le distruzioni fatte”. Negli ultimi due anni le offerte raccolte nelle parrocchie in Polonia destinate ai siriani sono state 10 milioni di zloty (oltre 2,2 milioni di euro). Aiuti che vanno a centinaia di migliaia di persone, non solo cristiane, come confermano dalla Conferenza episcopale polacca.

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