Papa Francesco: Giubileo Curia Romana, “la Chiesa non crolla”

Cristo è la “pietra” su cui “dobbiamo costruire”: per questo “la Chiesa non crolla”. A spiegarlo ai cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, dipendenti con famiglie al seguito è stato il Papa, nell’omelia della Messa per il Giubileo della Curia Romana, del Governatorato e delle istituzioni collegate con la Santa Sede. Dall’Altare della Confessione della basilica di San Pietro, Francesco ha citato sant’Agostino, che “con parole espressive scrive che la Chiesa, pur agitata e scossa per le vicende della storia, non crolla, perché è fondata sulla pietra, da cui Pietro deriva il suo nome”. “Non è la pietra che trae il suo nome da Pietro, ma è Pietro che lo trae dalla pietra”, prosegue il vescovo di Ippona: “Così come non è il nome Cristo che deriva da cristiano, ma il nome cristiano che deriva da Cristo. La pietra è Cristo, sul fondamento del quale anche Pietro è stato edificato”. “In questo momento, ad ognuno di noi il Signore Gesù ripete la sua domanda: ‘Voi, chi dite che io sia?'”, le parole di Francesco: “Una domanda chiara e diretta, di fronte alla quale non è possibile sfuggire o rimanere neutrali, né rimandare la risposta o delegarla a qualcun altro. Ma in essa non c’è nulla di inquisitorio, anzi, è piena di amore! L’amore del nostro unico Maestro, che oggi ci chiama a rinnovare la fede in Lui, riconoscendolo quale Figlio di Dio e Signore della nostra vita. E il primo chiamato a rinnovare la sua professione di fede è il Successore di Pietro, che porta con sé la responsabilità di confermare i fratelli”. “Lasciamo che la grazia plasmi di nuovo il nostro cuore per credere, e apra la nostra bocca per compiere la professione di fede e ottenere la salvezza”, l’invito del Papa: “Facciamo nostre le parole di Pietro: ‘Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente’. Il nostro pensiero e il nostro sguardo siano fissi su Gesù Cristo, inizio e fine di ogni azione della Chiesa. Lui è il fondamento e nessuno ne può porre uno diverso. Lui è la pietra su cui dobbiamo costruire”.

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