Corruzione, custodia del creato, difesa della vita, promozione di un’autentica democrazia basata sull’etica. Sono alcuni dei punti toccati dai vescovi peruviani in un messaggio diffuso ieri, 10 febbraio, a circa due mesi dalle elezioni presidenziali, la cui campagna elettorale comincia a entrare nel vivo.
La Conferenza episcopale peruviana (Cep), nel documento, non nasconde che, accanto alla soddisfazione per un appuntamento che dà continuità alla democrazia, ci sono “una certa tristezza e perplessità al vedere come si sta sviluppando la campagna elettorale”. In particolare le liste sembrano “aver lasciato da parte la proposta programmatica; i piani di governo sono vissuti come vincolanti di fronte alla società; su alcuni dei principali leader pesano forti interrogativi e procedimenti giudiziari in corso”. Si dà l’impressione che “in politica tutto è lecito”, mentre “il nostro sistema politico è ferito da elevati indici di corruzione”.
Il documento Cep si sofferma poi su alcune priorità per il Paese, a cominciare dall’esigenza di uno sviluppo integrale e sostenibile, che non metta al primo posto infrastrutture o profitto economico, ma l’esigenza, per tutti, di “vivere in pace, con uguali opportunità, di sentirsi sicuri e rispettati nella propria dignità, senza discriminazioni, avendo bandito la persistente povertà, la mancanza di democrazia e la disuguaglianza educativa”.
Da qui alcune questioni centrali che vengono poste dei vescovi: il rafforzamento dei processi di democrazia e legalità; il rispetto della vita e del creato; la lotta alla corruzione e all’insicurezza; una crescita economica che non dipenda dalle attività estrattive; una maggiore vicinanza dello Stato al cittadino.
I vescovi esortano i cittadini a guardare al profilo e alla coerenza dei candidati e a privilegiare programmi realizzabili. Ai cristiani, infine, chiedono di partecipare alla vita politica, come tensione verso il bene comune.