Migranti: Flick (presidente emerito Corte costituzionale), “abrogare il reato di clandestinità, inutile e dannoso”

Abrogare il reato di clandestinità perché “inutile, dannoso” e supportato da una “giustificazione politica inaccettabile”. È il parere di Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, in una lunga intervista al Sir sulla situazione delle carceri e sull’accoglienza dei migranti in Europa. “È un reato inutile o addirittura dannoso perché impegna risorse, lavoro giudiziario, impedisce di poter acquisire elementi utili per le indagini e crea problemi – afferma -. Molti di noi sono convinti che non sia punibile concettualmente il diritto alla fuga dalla fame, dalla guerra, dalla miseria”. Secondo il giurista “ci sono una serie di problemi tecnici legati alla condizione dello status: non solo si punisce uno status ma anche una condotta che è espressione di un diritto fondamentale ad emigrare. La punizione è inutile, non dà effetti, crea soltanto problemi”. “Non abrogare questa norma solo perché l’opinione pubblica non la capisce, o non è pronta – afferma -, è una giustificazione politica inaccettabile in materia di scelte di fondo e di scelte penali. Mi fa pensare ad una motivazione politica e non credo che le scelte di criminalizzazione o di depenalizzazione debbano rispondere a profili di questo tipo”.

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