Comunicazione: mons. Lorefice (Palermo), “raccontare chi non ha voce”

“Se vogliamo che le nostre città diventino sempre più luogo umano e umanizzante , non possiamo non legare la parola alla gente, non possiamo non arrivare alla storia vera. Dobbiamo raccontare chi non ha voce, chi è segnato, chi ha nessuno che gli può dare parole. La notizia fa cultura, fa mentalità, in bene o in male, in positivo o in negativo”. Mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, celebrando oggi la Giornata per le comunicazioni sociali, ha presentato un esempio concreto di “notizia”. “Gioisco molto oggi per la presenza a questo nostro appuntamento del presbitero Andrew Parfenchik della chiesa di San Alexander del patriarcato di Mosca. Averlo qui e adesso – ha detto – ci dà occasione di cogliere la potenza della parola che diventa segno. Noi apparteniamo, infatti, alla stessa tradizione: la tradizione che si lega ad un nome, che si lega a Gesù Cristo. Una tradizione che affonda le radici in quella ‘Bella notizia’ che ci ha fatto conoscere un Dio che ha predilezione per i più fragili, per gli ultimi. Apparteniamo a questa stessa tradizione, anche se poi abbiamo una diversità che è per entrambi arricchimento. Questa presenza, oggi, è una notizia vera, che serve a creare una coscienza. Non lo sarebbe, probabilmente, alla luce della cronachistica, ma crea ponti di comunicazione capaci di fare e farci incontrare uomini e donne, di farli parlare. Ed è questo che siete chiamati a fare: creare una nuova cultura”.

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