Carcere: Flick (presidente emerito Corte Costituzionale), “eliminare l’ipocrisia e il paradosso dell’ergastolo”

Abolire l’ergastolo in quanto “ipocrisia e paradosso” e varare una buona legge delega, attualmente in discussione in Parlamento, per far sì che le pene detentive siano rispettose della dignità e dei diritti umani. Lo afferma, in una intervista al Sir, Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, dopo aver incontrato nei giorni scorsi i detenuti della casa circondariale di Padova, tra cui l’ergastolano Carmelo Musumeci, che gli ha rivolto una lettera aperta chiedendo aiuto a favore dell’abolizione dell’ergastolo.  Nel 1997 Flick, che era allora ministro della giustizia con il governo Prodi, si era espresso a favore dell’ergastolo, anche in seguito ad un referendum popolare che ne rifiutava l’abolizione e ad una sentenza della Corte costituzionale che, ricorda, “ne aveva salvato la costituzionalità con una acrobazia giuridica”. A distanza di anni e di fronte al numero elevato di ergastoli ostativi in Italia – oltre un migliaio – l’affermazione della Corte costituzionale, secondo Flick, “rischia di diventare un paradosso e una ipocrisia”. “L’ergastolo è una pena incostituzionale nella sua proclamazione e diventa costituzionale nella sua esecuzione solo se c’è – per tutti – la possibilità di un percorso di ritorno alla libertà quanto lo si meriti – afferma -. Sarebbe bene eliminare questa ipocrisia nel quadro di una revisione del sistema sanzionatorio, evitando cioè che il semplice passaggio da ergastolo a pena detentiva, con la cumulabilità dei benefici, porti chi è stato condannato ad uscire dal carcere dopo sette o otto anni. Bisogna tenere conto delle vittime, della rivolta morale di fronte a certi delitti efferati, ed affrontare il tema con molta calma e cautela”.

 

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