Una giornata mondiale di preghiera e digiuno per la pace in Siria e in Iraq. A promuoverla per mercoledì delle Ceneri, 10 febbraio, è Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) che invita tutti i cristiani del mondo ad aderire all’iniziativa che porta il titolo: “Porterai la loro Croce per un giorno? Nel mercoledì delle Ceneri prega e digiuna per Iraq e Siria”. “Da cinque anni ormai continuiamo a camminare nel deserto – scrive in una lettera il patriarca melchita Gregorios III – ed il vostro costante aiuto è stato per noi come la manna che il Signore ha fatto scendere dal cielo per gli Israeliti”. Il patriarca pone l’accento sulla drammatica situazione in cui versano la sua comunità e l’intero popolo siriano. “Assistiamo alle atroci sofferenze dei bambini, all’agonia dei loro genitori e siamo costantemente circondati dall’odio e dalla morte. L’unico nostro desiderio è di tornare a vivere in pace”. Anche il patriarca caldeo Louis Raphael I Sako invita, in una lettera, i benefattori, volontari, dipendenti e collaboratori delle 21 sedi di Acs nel mondo a pregare e a digiunare per la pace. “Aiuto alla Chiesa che soffre è come una madre per noi cristiani di Siria e Iraq. Senza di voi, molti di noi sarebbero morti o sarebbero già emigrati. Chi poteva lasciare l’Iraq lo ha già fatto. Milioni di bambini nei campi profughi hanno fame, ma hanno soprattutto sete di futuro: vogliono una scuola ed una casa. Abbiamo estremo bisogno del vostro aiuto, ma quello che vi chiediamo ora è la misericordia. Pregate e digiunate affinché il Signore abbia misericordia di noi. Pregate e digiunate perché possiamo rimanere nella nostra amata patria e perché chi l’ha già lasciata possa farvi ritorno. Così che in questa Pasqua, nella terra di Abramo, i cristiani possano finalmente, risorgere dalle ceneri”. È possibile prendere parte alla campagna anche attraverso i social network, utilizzando gli hashtag #fastandpray #carrythecross e #AshWednesday. Dall’inizio della crisi siriana nel marzo 2011, Aiuto alla Chiesa che soffre ha realizzato progetti a sostegno della popolazione di Siria e Iraq per un totale di 27 milioni e 670mila euro.