Cardinale Ouellet: essere pastori è “un ministero difficile”. Il “servizio” di Papa Francesco è “scuola di conversione”

Il “servizio” di Papa Francesco “è una scuola per i vescovi che vedono in lui l’esempio della conversione pastorale e missionaria di cui la Chiesa ha bisogno oggi per compiere la sua missione evangelizzatrice”. Ad affermarlo è stato oggi il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, presentando in Vaticano gli Atti del corso annuale di formazione per i nuovi vescovi “Testimoni del Risorto”. Tenutosi lo scorso settembre. Il Papa, ha spiegato, “insegna” l’importanza della formazione permanente. Di qui una nuova iniziativa della Congregazione: la “pausa di riflessione e condivisione”, con un tempo di esercizi spirituali, proposta con l’aiuto dei padri gesuiti nel 2015 ad alcuni vescovi di circa 5 anni di ministero e che ha visto la partecipazione di una decina di presuli. Più di una ventina è attesa il prossimo settembre. “Papa Francesco – ha spiegato Ouellet – insegna ponendo gesti significativi, così anche noi abbiamo preso l’iniziativa nella speranza che ci sarà un movimento accresciuto di formazione permanente dei vescovi” perché oggi essere vescovi “è dedicarsi ad un ministero difficile, che non può essere vissuto se non in comunione gli uni con gli altri, grazie ad una consapevolezza profonda dell’identità ecclesiale del pastore e di conseguenza del suo servizio alla comunione universale e particolare”. Per questo, “dopo cinque anni di episcopato un breve tempo sabbatico, da 10 a 30 giorni, sarebbe una benedizione per il vescovo e per la diocesi”.

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