Marcia della pace 2016: mons. Ricchiuti (Pax Christi), “contro grande ipocrisia vendita armi”

La Marcia della pace 2016 è anche “essere spina nel fianco di un certo modo di fare politica ed affrontare i conflitti nel mondo”. Lo afferma al Sir monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, presentando la 49ma edizione della Marcia nazionale della pace promossa da Pax Christi, Ufficio nazionale Cei per i problemi sociali e il lavoro, Caritas italiana, Azione cattolica italiana e arcidiocesi di Bologna, che si terrà il 31 dicembre. Il presidente di Pax Christi non teme di fare riferimenti concreti alla situazione politica e sociale italiana: “Certo, non è facile svolgere questo compito in un Paese in cui il nostro premier, qualche tempo fa, ha affermato che se gli altri Paesi vendono armi allora possiamo venderle anche noi. Ma è una grande ipocrisia mandare armi da una parte e aiuti umanitari dall’altra. Se siamo perseveranti e coerenti credo che il sogno prima o poi diventerà realtà”. La parola nonviolenza, ad esempio, “è stata sdoganata da Papa Francesco nel suo messaggio, perché il primo nonviolento è stato Gesù”. Proprio per questo, prosegue, “definirsi cattolici ed accettare, sia pure come extrema ratio, di possedere ed usare un arma perché si ha paura dei furti, è un atteggiamento che contraddice pienamente il Vangelo”. La strada giusta, a suo avviso, è “la difesa civile nonviolenta”: i metodi esistono e sono collaudati, altrimenti “si innesca la solita spirale perversa di rispondere alla violenza con la violenza”.

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