Cardinale Sandri: “pace per il mondo intero, in particolare per il Medio Oriente e l’Ucraina”

“Con l’animo di Maria siamo consapevoli di essere custodi e portatori di un tesoro in vasi di creta, ma lo portiamo con gioia e fiducia nel Signore volendo essere ogni giorno collaboratori della vostra gioia”. Lo ha detto il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella Messa celebrata ieri, a Roma, nella basilica dei Santi Apostoli, nell’ambito della tradizionale Novena dell’Immacolata. “Siano le parole di Isaia un auspicio di pace per il mondo intero, e in particolare per l’amato Medio Oriente, per l’Ucraina, e tutti i popoli e le Chiese seguiti dalla Congregazione Orientale”, ha proseguito il cardinale citando il profeta: “Il tiranno non sarà più, sparirà l’arrogante, saranno eliminati quanti tramano l’iniquità”. “Queste dimensioni di male, prima che estirpate dal mondo, devono sempre essere vinte anzitutto nei cuori di ciascuno di noi, se vogliamo che la nostra supplica provenga da un cuore sincero e purificato”, ha ammonito Sandri. Alla Messa erano stati inviati tutti i figli e figlie delle Chiese Orientali Cattoliche presenti a Roma. L’iniziativa ormai si è consolidata negli anni recenti come “l’omaggio” dell’Oriente Cristiano alla Tutta Santa Madre di Dio, in una basilica “l’Apostoloeion”, a cui l’imperatore Giustiniano volle donare le reliquie dei Santi Filippo – evangelizzatore della Frigia – e Giacomo – primo vescovo di Gerusalemme – custodite oggi nella cripta.
Quest’anno la celebrazione ha assunto tinte di particolare gioia e solennità, essendo inserita nel programma del centenario di fondazione della stessa Congregazione per le Chiese Orientali e del Pontificio Istituto Orientale.  Con il cardinale – informa il dicastero pontificio – hanno concelebrato l’arcivescovo segretario, monsignor Cyril Vasil’, il procuratore della Chiesa Patriarcale di Antiochia dei Maroniti, monsignor Eid, il procuratore della Chiesa Siro-Malabarese a Roma, monsignor Stephen Chirappanath, il vescovo dell’Eparchia di Bahir-Dahr (Etiopia), monsignor Lisane Cristos, il vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Presov (Slovacchia), oltre all’abate dell’Ordine Libanese Maronita, ai procuratori delle Chiesa di Antiochia dei Greco-Melkiti, di Cilicia degli Armeni, a diversi officiali del Dicastero Orientale, i decani delle Facoltà del Pontificio Istituto Orientale, e più di un centinaio di sacerdoti orientali e latini studenti a Roma, oltre che la comunità dei Frati Minori Conventuali, cui è affidata la basilica. Tutti si sono stretti intorno al cardinale Sandri, che proprio ieri iniziava il cinquantesimo anno di ordinazione sacerdotale, avvenuta il 2 dicembre 1967 nella Chiesa del Seminario di Buenos Aires, Argentina, per la preghiera e l’imposizione delle mani del cardinal Aramburu. Insieme alle note della corale della basilica, durante il sacro rito sono risuonati canti in arabo, romeno, paleoslavo, ucraino, armeno e malayalam, mentre il vangelo è stato proclamato in italiano e in arabo.

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