Ue: Gramaglia (Iai), ridare slancio al progetto europeo e creare “i viottoli della speranza”. Un “Erasmus per giornalisti”?

“L’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump il 20 gennaio e la serie scadenzata di voti politici in molti grandi Paesi europei, forse Italia compresa, mettono sul 2017 una sorta d’ipoteca populista; e proprio l’avanzata dell’anti-politica dall’Unione europea, agli Usa ravviva gli interrogativi sull’asserita generale ‘crisi strutturale’ della democrazia rappresentativa in tutto l’Occidente”. L’analisi è di Giampiero Gramaglia sulla rivista on line “Affari internazionali” promossa dall’Istituto affari internazionali (Iai) di Roma. L’articolo si intitola “2017: l’ipoteca dei populismi sull’anno nuovo”. “L’attuale processo” di integrazione europea “ha perso slancio politico e appoggio da parte dei cittadini che, prostrati dalla crisi del 2008 e delusi dalle risposte dell’Ue, rimproverano all’Unione di non rappresentare, come sperato, un frangiflutti della globalizzazione e di non gestire il flusso dei migranti, garantendo la sicurezza”. Gramaglia aggiunge: “C’è poco da sperare che i leader dei Grandi dell’Ue abbiano colpi d’ala europei in un contesto di sfide nazionali incerte e aperte com’è quello del 2017”. “Eppure, sarebbe l’ora d’aprire viottoli di speranza e ambizione tra le rovine di un’Unione sbriciolata nei suoi valori fondamentali – lo Stato di diritto e la solidarietà – e marginale nelle crisi mondiali, anche sull’uscio di casa, come la vicenda siriana dimostra”.
Secondo l’articolista “bisogna ridare ai cittadini il senso d’utilità di un progetto e l’orgoglio di appartenervi. E bisogna rispondere alle domande dei cittadini con azioni federali: gestire il flusso dei migranti e la riforma del diritto d’asilo che diventi europeo; concedere ai migranti che ne hanno diritto la cittadinanza europea piuttosto che quelle nazionali; e, ancora, affidare il controllo delle frontiere esterne all’Unione, neutralizzando le reciproche diffidenze; accelerare la promozione e la creazione d’una difesa europea, sfruttando come opportunità le sfide lanciate da Trump ancor prima d’insediarsi”. Infine, “dare all’Europa una voce unica e forte nei consessi internazionali, dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu al Fondo monetario internazionale, dal G8 al G20. E migliorare la conoscenza di quanto esiste, estendendo la pratica dell’Erasmus a licei e realtà professionali: una ‘Erasmus dei giornalisti’ contribuirebbe, ad esempio, a un’informazione senza frontiere e senza pregiudizi”.

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