Incontro di Taizé a Riga: Fr. Alois, “l’aumento della violenza ci obbliga a stare insieme”

“L’aumento della violenza ci obbliga a stare insieme. Sono i martiri del nostro tempo, così numerosi, ad implorarcelo”. È l’ecumenismo dell’“incontro personale” quello praticato a Taizé e a parlarne è fr. Alois, priore della comunità fondata da fr. Roger alla vigilia dell’Incontro europeo che, da domani fino al 1° gennaio, riunirà a Riga, in Lettonia, migliaia di giovani di tutta Europa, ortodossi, protestanti e cattolici.

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Tra loro ci saranno anche ragazzi ucraini e russi, testimoni di un conflitto mai risolto e ancora in atto. In un’intervista al Sir, parlando del fronte ucraino, fr. Alois afferma: “Non si vedono soluzioni all’orizzonte. È allora fondamentale che giovani di Ucraina e Russia si parlino, si mettano all’ascolto gli uni degli altri. La diplomazia sarà impotente senza simili incontri personali. Abbiamo potuto vedere a Taizé in questi ultimi due anni quanto incontri di questo tipo, spesso difficili all’inizio, permettono ai giovani di intraprendere tutto un cammino”.

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A Riga i giovani guarderanno anche alla Siria e attraverso la colletta di Taizé denominata “operazione speranza”, sosterranno concretamente quanti hanno deciso di rimanere a fianco delle popolazioni di Siria e Iraq. Taizé esprime poi solidarietà anche ai cristiani copti ortodossi vittime l’11 dicembre di un attentato rivendicato da Daesh. Il prossimo settembre, con alcuni frère e con giovani di diversi Paesi, Alois farà un pellegrinaggio in Egitto e in particolare alla Chiesa copta ortodossa. “Il vescovo Thomas, uno dei responsabili di questa Chiesa, è stato a Taizé nell’estate del 2015. Ci ha detto quanto queste visite siano importanti per sostenere i cristiani”. Fr. Alois a Riga parlerà ai giovani.

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Sulla educazione delle nuove generazioni alla responsabilità e alla pace, il priore risponde: “Dando loro fiducia. Dando loro delle responsabilità. Gli incontri di giovani che facciamo a Taizé o in altre parti del mondo, sono sostenuti da loro. C’è una grande generosità nei giovani che non chiede altro di concretizzarsi. È essenziale anche aiutarli ad approfondire la loro fede, la loro fiducia esistenziale in Dio. Per resistere alla instabilità angosciante della nostra epoca, occorre avere radici profonde e queste radici hanno bisogno di tempo per svilupparsi a poco a poco”.

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