Natale 2016: mons. Manetti (Montepulciano), “sentiamo e vogliamo portare in noi la sofferenza e il disagio” dei terremotati

“Il primo frutto della fede cristiana è la percezione dell’altro come ‘sacro’, come persona che porta in sé il divino. E questo a cominciare dai nostri familiari, il coniuge, i figli, fino a chiunque incontriamo”. Lo afferma il vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, monsignor Stefano Manetti, nel messaggio alla diocesi in occasione del Natale. “Se davanti a un essere umano, qualunque sia la sua nazionalità, razza o religione, noi non proviamo un brivido interiore, nell’anima, per la percezione di trovarsi di fronte a un essere dotato di una dignità grandissima, al di là del suo aspetto visibile, la nostra fede deve ancora maturare”, osserva il vescovo, augurandosi che – come successo nella grotta di Betlemme – anche “noi possiamo avere gli occhi dei pastori per saper vedere oltre le apparenze”. “La fede si traduce sempre in servizio e si mantiene viva con la carità”, prosegue, evidenziando che “è la rivoluzione storica del cristianesimo che il Natale ci rappresenta: se Dio si è fatto uomo, ogni uomo è sacro”. Secondo Manetti, “il Natale è la manifestazione dell’uomo agli occhi del mondo, la rivelazione della sua immensa dignità” che è “ignorata, calpestata, offesa, disprezzata troppe volte in questo tempo: il femminicidio, l’idolatria del denaro che genera ingiustizie e corruzione, le varie forme di mancanza di rispetto dell’embrione, la violenza su Aleppo, cui ci lega un vincolo particolare di amicizia”. “Portiamo nel cuore il dolore di questi nostri fratelli e sorelle”, assicura in chiusura Manetti, così come “sentiamo e vogliamo portare in noi la sofferenza e il disagio delle popolazioni colpite dal terremoto”.

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