Cardinale Bagnasco: “Siamo connessi ma confinati nella solitudine”

Di fronte ad una “umanità distratta e distraente” il Natale ci invita a fermarci e a pensare “davanti al presepe, e davanti alla grotta”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, nell’omelia pronunciata nella messa del giorno di Natale. “Ascoltiamo il nostro cuore senza paura” ha affermato il porporato, perché “di fronte al divino Bambino tutto può emergere. La sua umiltà scioglie le nostre presunzioni, la sua debolezza cancella le nostre miserie, la sua luce discreta illumina le nostre oscurità, dissipa le nostre confusioni, il suo sguardo inerme sostiene la fragilità dei nostri passi”. Infatti, tutti noi “siamo continuamente connessi per essere informati, ma in realtà siamo confinati nella nostra solitudine, confusi e deboli. Siamo figli di una umanità distratta e distraente: tutti siamo esposti a questo rischio”. “Siamo tutti aggrediti perché la mente sia occupata”, ha sottolineato, e “la cultura che respiriamo ci spinge in ogni modo ad essere distratti: ci occupa come un territorio di conquista, ci invade come si invade un fortino. Sì, siamo ‘occupati’ da mille rumori, immagini, parole, che ci impediscono di pensare”. Infatti, “ogni ideologia per affermare se stessa e avere potere sugli uomini, deve creare confusione nelle menti”. Inoltre, “pensare è avvertito come una minaccia dal potere che vuole essere dominio e possesso” perché “la persona che si interroga sulle questioni essenziali diventa pericolosa”.

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