Natale 2016: mons. Petrocchi (L’Aquila), “vivere attivamente la comunità edificandola come casa e scuola di comunione”

“Celebrare il Natale significa fare posto, nella mente e nel cuore, a Gesù che bussa alla nostra porta. Spesso non disponiamo di uno spazio già pronto: occorre, perciò, procurargli un ambiente che era occupato, sgombrandolo. Bisogna farlo entrare dove Lui era assente e offrirgli ospitalità dove prima era escluso”. Lo afferma l’arcivescovo de L’Aquila, monsignor Giuseppe Petrocchi, nel messaggio natalizio inviato alla diocesi. “Dobbiamo ammettere con onestà – riconosce il vescovo – che spesso siamo intasati da interessi sbagliati e da abitudini malate”. Capita di “non avere tempo” da dedicare alla preghiera quotidiana o alla messa domenicale; ma “assicurarsi questi momenti di sosta riflessiva e di colloquio con Dio – sottolinea – fa bene: non solo all’anima, ma anche a psiche e corpo”. Il vescovo lancia poi una proposta alle famiglie: “sarebbe bello se, almeno una volta alla settimana, si vivesse il ‘Tg della famiglia’, in cui – spegnendo televisione, cellulari, computer – tutti i membri della comunità domestica possono raccontarsi e ascoltarsi, con un’attenzione carica di amore”. E invita a “vivere, con altruismo, il dono del Natale” che “comporta impegnarsi in atti di sincera generosità, specie verso chi è ‘in debito’ con noi”. “Accogliere Gesù è una scelta ‘conveniente’, perché in Lui troviamo la Luce che da soli non abbiamo e riceviamo la forza che ci manca”, prosegue Petrocchi, secondo cui “il Natale ci insegna a gettare gli affanni in Dio, che si prende cura di noi”. “Si fa Natale nella misura in cui si cresce nel vivere ‘attivamente’ la comunità, ecclesiale e sociale, edificandola come casa e scuola di comunione”, ammonisce Petrocchi, esprimendo “affetto e partecipazione alle popolazioni vicine, colpite dal flagello del terremoto” mentre “ai nostri fratelli immigrati vogliamo stringere la mano, nel segno di un’accoglienza animata da carità ‘intelligente’ e lungimirante”.

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