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Di fronte alle “notizie diffuse in questi giorni, per cui l’Assemblea della Regione” Campania “ha deciso di lasciare ad Acerra l’unico inceneritore della Campania portandolo al ‘pieno utilizzo'”, e al timore crescente in città di “un suo ampliamento con aumento dei rifiuti da bruciare e ulteriore carico ambientale”, monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra, scrive una lettera al presidente Vincenzo De Luca, al vicepresidente con delega all’ambiente, Fulvio Bonavitacola, alla Giunta e all’intera Assemblea della Regione, perché i politici mantengano “le loro promesse di bonifica e risanamento del territorio, piuttosto che continuare a esasperare e a sfidare la collera dei poveri che continuano a contare vittime nelle proprie famiglie per un ambiente malato e reiteratamente colpito. Una delle ultime, in ordine di tempo, è stato Davide, di appena sette mesi, che morendo dopo sofferenze atroci, soprattutto per un neonato, ha lasciato i suoi giovani genitori nella disperazione”.
Il presule ricorda che “neanche la promessa pubblica di garantire il controllo dell’inceneritore da parte dei cittadini, che pure potrebbe in qualche modo stemperare i toni e rasserenare l’ambiente, è stata mantenuta”. Di qui l’appello: “Di fronte ad una città unita e compatta – nella quale Amministrazione, cittadini e Chiesa si oppongono in maniera forte e decisa a scelte che danneggerebbero ulteriormente la già malata salute di tante persone – vi esorto, in nome della funzione altissima che siete chiamati a svolgere, ad evitare (scongiurare) il presunto ‘pieno utilizzo’ dell’inceneritore”.
Insieme alla lettera alla Regione, il vescovo Di Donna ha inviato una comunicazione ai parroci della diocesi di Acerra, chiedendo che a Natale invitino “i fedeli a rivolgere forti invocazioni al Signore perché, di fronte a rinnovati pericoli in relazione all’inquinamento ambientale, siano difese la vita e la salute degli abitanti di questo territorio; perché i nostri amministratori, comunali e, in particolare, regionali siano illuminati nelle scelte a salvaguardia del creato e promuovano le necessarie bonifiche, il monitoraggio dell’aria, la prevenzione medica; perché non ci siano più madri e padri che piangano figli morti per l’inquinamento ambientale; perché le nostre città non siano più oggetto di ‘scarto’; perché sia promossa la vocazione agricola delle nostre terre”.