Natale 2016: p. Patton (custode Terra Santa), “il mistero dell’incarnazione non è un reality show”

“Il mistero dell’incarnazione non è un reality show nel quale persone comuni, davanti a una telecamera, fanno finta di vivere situazioni reali. Gesù che è di stirpe regale, si è trovato a nascere lungo la via, perché realmente non ha trovato accoglienza né ospitalità. Si è trovato a nascere lungo la via come un figlio di profughi – ci verrebbe da dire oggi – piuttosto che come discendente di stirpe reale”. Così scrive padre Francesco Patton, nel suo primo messaggio natalizio da Custode di Terra Santa, in cui invita a trarre dalla Natività una ragione di impegno quotidiano. “Gesù si identifica nella condizione di chi si trova ‘lungo la via’ non per scelta ma per necessità. Lungo la via perché costretto a cercare un lavoro altrove. Lungo la via perché spinto ad emigrare da una situazione che lo discrimina e non gli permette di vivere con dignità a casa sua. Lungo la via perché un terremoto o un’inondazione lo hanno privato della propria abitazione. Lungo la via perché la guerra lo ha sradicato dal proprio Paese e lo ha reso profugo. Ecco in chi si è identificato e ancora si identifica il Figlio di Dio che nasce a Betlemme, lungo via, perché per lui non c’è posto lì dove normalmente noi viviamo e troviamo posto”. A Natale è “Gesù il vero regalo da attendere. Gesù è il dono che riempie la nostra vita. E senza questo dono tutto ciò che abbiamo ci servirà a sopravvivere, ma non a vivere in modo pieno e autentico. Ed è per noi. È nato per noi lungo la via, è donato a noi lungo la via, e diventa per noi la via alla vita, alla felicità e alla pienezza dell’amore”. “Auguro a tutti voi – scrive il Custode – di provare commozione non solo davanti al bambinello del presepio, ma davanti a ogni bambino in carne ed ossa, che tende le braccia verso di noi e chiede di essere accolto. Auguro a tutti voi, soprattutto a coloro che sentono di essere ‘lungo la via’, in situazione di fragilità e vulnerabilità, di sentirsi sotto lo sguardo materno e attento della Vergine Maria, con accanto la presenza vigile e premurosa di san Giuseppe. Auguro a tutti voi di saper passare dalla commozione all’azione, per poter riconoscere, oggi, il Figlio di Dio che ancora chiede di essere accolto ‘lungo la via’, e ancora rischia di non trovare posto tra di noi e di doversi rifugiare altrove”.

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