Siria: Gentiloni-Lavrov, no a soluzioni militari

(DIRE-SIR) – “Sulle ceneri di Aleppo non si costruisce la pace”. Cosi il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni, ricevendo a Villa Madama il suo omologo russo Sergei Lavrov nella capitale per partecipare al forum internazionale Rome Med 2016, da ieri fini a domani. I due ministri hanno affrontato tanti temi tra cui i conflitti regionali, primo tra tutti quello siriano: “L’Italia ribadisce che non crede nella soluzione militare. Tutti devono impegnarsi per la transizione in Siria ma – sottolinea – sappiamo che la Russia ha un particolare ruolo”. Lavrov è d’accordo: “Sono d’accordo che non esiste una soluzione militare. Russia e Italia partecipano al gruppo di sostegno internazionale per la Siria: noi crediamo nel rispetto del diritto internazionale e degli accordi assunti da questo gruppo su Aleppo, ma ricordo che da tempo noi chiediamo all’opposizione siriana di interrompere qualsiasi contatto coi gruppi terroristici, ma non tutti i membri del gruppo sono stati disposti a siglare questo punto. Chi lo osteggia – dice – ha interesse che il terrorismo permanga”, tuttavia, “la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza Onu richiede negoziati, che sono bloccati da molto tempo poiché varie parti chiedono la destituzione di Assad, ma questo è inacettabile perché non era previsto nella risoluzione”.

Poi, sulla questione dello scioglimento dell”esercito dei gruppi di opposizione ad Aleppo est, Sergei Lavrov dice ancora: “Posso confermare che comprendevano terroristi di Jabat al-Nusra. Sono i nostri servizi di intelligente ad affermarlo”. Sull’emergenza umanitaria, il portavoce del Cremlino osserva: “Noi verifichiamo con attenzione i dati diffusi delle ong per i diritti umani, sui morti e le distruzioni, ma spesso notiamo una certa isteria. Ad esempio l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr) opera da un appartamento a Londra ma se ne parla come di una fonte assolutamente affidabile”. Per quanto riguarda i convogli umanitari bloccati, “ad Aleppo c’era il pericolo che venissero attaccati. Di recente però abbiamo fatto sapere all’Onu che le strade sono state rese sicure quindi sono tornate percorribili. L’Onu si è dimostrata però indecisa e mentre dal Palazzo di vetro ragionavano, noi abbiamo già mandato tutto ciò che poteva servire alla popolazione”, conclude Lavrov.

(www.dire.it)

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