Editoria: don Costa (Lev), “in ambito religioso non c’è proposta varia e differenziata per i ragazzi come in ambito laico”

 

“L’idea di rivolgerci anche ai ragazzi è venuta dalla richiesta delle famiglie: nelle nostre librerie ci chiedevano pubblicazioni per i figli, e ora capita di vedere bambini che cominciano a colorare gli album ancora prima di uscire dalla libreria. C’è stato poi l’interesse di alcuni editori per l’editrice del Papa: da una cooperazione con uno di essi, un argentino, è nata la Bibbia illustrata per i ragazzi”. Lo racconta don Giuseppe Costa, direttore della Libreria editrice vaticana (Lev). In occasione del Natale, infatti, la Lev si prepara a valorizzare i titoli del suo catalogo dedicati ai ragazzi. In Italia, sottolinea don Costa, “dove l’incremento per gli altri settori è stato del 2%, che è proprio basso, per l’editoria religiosa è stato del 7%, per la Lev invece del 12%, grazie a fattori esterni favorevoli: il giubileo, l’apertura all’America latina e in genere al mondo, grazie al Papa latinoamericano”. “Anche l’editoria religiosa – spiega don Costa a proposito della qualità dei libri – può patire scelte culturali infelici, pressioni, subire il narcisismo di alcuni autori che magari riempiono una sala alla presentazione o hanno uno sponsor che acquista mille o tremila copie. Si deve selezionare, fare buone scelte, curare i contenuti e, per i ragazzi, avere una attenzione particolare anche alla impostazione grafica”.

Scrivere per i bambini non è facile, prosegue don Costa, perché “il bimbo non ha attenzione a tanti particolari, devi comunicare in forma rapida, e usare il colore. Sono contrario alla cronaca nera raccontata ai bambini e ai giovanissimi, mentre per i giovani è possibile. Ai giovanissimi bisogna dare anche il senso della speranza, il libro deve essere adeguato alla crescita psicopedagogica, all’età, alle possibili conoscenze: per esempio i giovanissimi hanno grande interesse per la scienza e le avventure. E ancora: se un bambino ha una esperienza negativa in famiglia, non può percepire il senso positivo della dipendenza dal Padre. Nell’ambito religioso non c’è questa proposta varia e differenziata per i ragazzi come c’è in ambito laico, non c’è qualcosa come Geronimo Stilton o la Pimpa. Non c’è nulla di simile in campo religioso, se si toglie il periodo felice del ‘Vittorioso’ di Domenico Volpi non c’è stata una produzione adeguata per i ragazzi, di storiografia, avventure, agiografia”. “E se aiutassimo i genitori con un buono libri per sostenere i loro piccoli lettori? Sarebbe una bella politica familiare”, conclude don Costa.

 

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