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Germania: Colonia, il presepe è sulla barca dei rifugiati. “Culla narrativa” con poveri ed emarginati

Solidarietà, accoglienza, tradizione, famiglia, sono parole che comunemente vengono accostato allo spirito del Natale. Due tradizioni le ricomprendono tutte: il presepe e le specialità culinarie dell’Avvento. A Colonia, nella piccola chiesa di Santa Maria in Lyskirchen, è in via di realizzazione il presepe che in questo Natale 2016 avrà un’ambientazione particolare: non montagne di carta e muschio o scenografie in polistirolo, ma la S17662, una vera, fragile barca di legno utilizzata dagli scafisti che trasportano migranti dalla Libia all’Italia, e che è stata sequestrata dalla Marina militare maltese. Dopo essere stata utilizzata come altare in una chiesa e poi come memoriale nella cattedrale di Colonia, oggi diviene Betlemme. “Il presepe è una culla narrativa, che è in continua evoluzione”, dice l’autore del presepe, Benjamin Marx. I personaggi raccontano la Colonia di oggi: sulla barca dei rifugiati ci sono, attorno alla Sacra famiglia, i drogati che stazionano nelle piazze della città, i marinai che raffigurano i Magi, simbolo della città, il ragazzo eritreo in fuga e il poliziotto, con la ragazza rom e un lavoratore in difficoltà. Sono personaggi in evoluzione, inizialmente 12 ora già 37: “Siamo tutti nella stessa barca, ma in due mondi diversi”, dice Marx, che ha collocato anche le statuine dei bambini Carolers che cantano la Stella, perché “se Cristo si trova sulla barca allora può anche nascere nella barca”.

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