Diocesi: Locri-Gerace, oggi il vescovo ha presentato il volume “La ‘ndrangheta è l’antivangelo”

“Il fenomeno mafioso non solo esiste, ma continua a condizionare lo sviluppo socio-culturale della nostra terra. E quel che più mi preoccupa è il suo condizionamento anche dell’azione pastorale della chiesa”. È quanto ha detto questa mattina il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, presentando il volume “La ‘ndrangheta è l’antivangelo” (Tau editrice) che raccoglie un’antologia di documenti, prodotti dal 1916 al 2016 dalla Chiesa calabra sulla necessità di purificare la pietà popolare e per condannare “il fenomeno mafioso-ndranghetista che costantemente cerca di infiltrarsi per ottenere consensi e riconoscimenti pubblici”. Come Chiesa – ha detto il presule – “non possiamo tacere né restare indifferente di fronte al fenomeno mafioso. La lotta alla ‘ndrangheta entra nella nostra missione evangelizzatrice”. Annunciando il Vangelo, la Chiesa denuncia il peccato, e riconosce altresì che “la ‘ndrangheta è l’antievangelo” e come tale va “estirpata, insegnando con chiarezza che l’unico ‘rispetto’ è quello che vuole il bene dell’altro che non è mai in contrasto col bene comune”.

Nell’affermazione del bene comune – ha spiegato mons. Oliva – la Chiesa “si pone in collaborazione sinergica con le istituzioni civili, sapendo che il suo compito si distingue da quello della magistratura e delle forze dell’ordine. Le istituzioni civili, la magistratura e le forze dell’ordine hanno bisogno dell’azione della Chiesa, in quanto volta a formare alla responsabilità civile e morale attraverso un cammino progressivo di formazione delle coscienze. Senza questa azione formativa e culturale, difficilmente si otterranno risultati decisivi”. Da qui la necessità di una formazione dei giovani: “Aiamo certi che occorre tanta formazione e rinnovamento culturale per sconfiggere un male così radicato. E i giovani che ne sono le prime vittime devono saper dire un no deciso e voltare pagina di fronte ad ogni forma di collusione con la mafia. Senza un lavoro di formazione delle coscienza, ed aggiungo, senza interventi strutturali di sviluppo l’azione di prevenzione e repressione è insufficiente”. La gente calabra e della Locride – ha concluso – “sogna uno Stato sempre più vicino ai suoi problemi. L’incontro di oggi va in questa direzione”. Alla presentazione sono intervenuti uno dei curatori del volume, don Enzo Gabrieli che ha presentato la genesi del volume, e don Bruno Cirillo, vicario episcopale per la formazione permanente del clero della diocesi di Locri-Gerace che ha dato una lettura bliblica-teologica del fenomeno mafioso.

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